E' Compiuto (Giov. 19:30); Padre Nelle Tue Mani Rimetto il mio spirito (Luca 23:46)
di Renzo Ronca
Tratto dalla riflessione comunitaria PIC del 5-4-25 vedi su Youtube in https://www.youtube.com/watch?v=PxliunNW1fA
E’ compiuto!
Cosa è compiuto?
E’ compiuta la fondamentale sofferta missione salvifica di Gesù Cristo. Egli come uomo (secondo Adamo) ha portato a compimento la perfetta ubbidienza dell’uomo terreno a Dio Padre, che il primo uomo (Adamo) aveva fallito.
Tale compiutezza va intesa su due piani, come su due piattaforme o dimensioni diverse:
Un piano nel cielo, o quell’ambiente di Dio che chiamiamo eternità, dove a leggere le rivelazioni dell’Apocalisse è già avvenuta. Infatti a rivelare quei fatti è stato proprio Gesù risorto, che qui invece stiamo studiando ancora sulla croce.
Un piano terreno, dove la vittoria sulla morte fisica viene vinta da Gesù, ma per noi è una questione di fede perché ancora resta, infatti ancora moriamo fisicamente. Ciò che avviene in Cristo - come primizia - avverrà a noi, ma nei tempi terreni stabiliti da Dio Padre.
Padre, nelle tue mani rimetto il mio spirito
Notiamo subito la parola “Padre”, diversa da “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” che abbiamo meditato come quarta parola. Nello spaventoso abbandono l’Uomo di Dio ha sperimentato la morte completa (come Giona nel ventre del pesce). Qui con la parola “Padre” l’Uomo è di nuovo consapevole del legame Dio-uomo. L’uomo non si è abbandonato alla disperazione ma con un forte atto della volontà versa se stesso nelle mani del Padre.
Anche qui vi sono due piani:
Per noi come uomini terreni, dopo l’atto compiuto da Gesù Cristo, sappiamo che se restiamo fedeli rimarremo comunque in Dio Padre. Come uomini non sappiamo come, ma per fede in Cristo che ce lo ha mostrato, sappiamo che comunque è così.
Per Gesù come persona invece è molto più profondo. Non dimentichiamo infatti la deità di Dio a cui come Figlio aveva rinunciato. Anche se il suo corpo subiva le stesse vicissitudini di ogni corpo carnale, egli sapeva comunque Chi era, e il potere che aveva. Uno di questi poteri, in accordo con Dio Padre lo metterà in atto su se stesso infatti dice: Giovanni 10:17 Per questo mi ama il Padre; perché io depongo la mia vita per riprenderla poi. 18 Nessuno me la toglie, ma io la depongo da me. Ho il potere di deporla e ho il potere di riprenderla. Quest'ordine ho ricevuto dal Padre mio».
Potremmo dire allora che dopo aver compiuto in perfetta ubbidienza tutta la sua sofferta missione sulla terra (Isaia 53:7b … Come un agnello condotto al macello, come pecora muta davanti ai suoi tosatori non aperse bocca) , sapendo che tale conclusione sarebbe stata gradita a Dio Padre come offerta di Sé, Egli decide di rimettere il suo spirito al Padre. E’ la decisione forte di un vincitore divino, non di un uomo, perché nessun uomo può dare e riprendere la propria vita, ma solo Dio-Figlio; Il quale con una potenza che non conosciamo, riunifica Se stesso (assieme all’umanità redenta dopo di Lui) nell’unità del Padre che è nel cielo, per l’eternità. E’ questo che avverrà anche di noi, perché il Cristo ci ha indicato la Via che noi percorreremo se rimarremo fedeli: a) risorgeremo se il nostro corpo morirà fisicamente; saremo rapiti al cielo come nell’ascensione di Gesù, se saremo trovati vivi santificati, quando sarà il momento del rapimento.
Tratto dalla riflessione comunitaria PIC del 5-4-25 vedi su Youtube in https://www.youtube.com/watch?v=PxliunNW1fA
E’ compiuto!
Cosa è compiuto?
E’ compiuta la fondamentale sofferta missione salvifica di Gesù Cristo. Egli come uomo (secondo Adamo) ha portato a compimento la perfetta ubbidienza dell’uomo terreno a Dio Padre, che il primo uomo (Adamo) aveva fallito.
Tale compiutezza va intesa su due piani, come su due piattaforme o dimensioni diverse:
Un piano nel cielo, o quell’ambiente di Dio che chiamiamo eternità, dove a leggere le rivelazioni dell’Apocalisse è già avvenuta. Infatti a rivelare quei fatti è stato proprio Gesù risorto, che qui invece stiamo studiando ancora sulla croce.
Un piano terreno, dove la vittoria sulla morte fisica viene vinta da Gesù, ma per noi è una questione di fede perché ancora resta, infatti ancora moriamo fisicamente. Ciò che avviene in Cristo - come primizia - avverrà a noi, ma nei tempi terreni stabiliti da Dio Padre.
Padre, nelle tue mani rimetto il mio spirito
Notiamo subito la parola “Padre”, diversa da “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” che abbiamo meditato come quarta parola. Nello spaventoso abbandono l’Uomo di Dio ha sperimentato la morte completa (come Giona nel ventre del pesce). Qui con la parola “Padre” l’Uomo è di nuovo consapevole del legame Dio-uomo. L’uomo non si è abbandonato alla disperazione ma con un forte atto della volontà versa se stesso nelle mani del Padre.
Anche qui vi sono due piani:
Per noi come uomini terreni, dopo l’atto compiuto da Gesù Cristo, sappiamo che se restiamo fedeli rimarremo comunque in Dio Padre. Come uomini non sappiamo come, ma per fede in Cristo che ce lo ha mostrato, sappiamo che comunque è così.
Per Gesù come persona invece è molto più profondo. Non dimentichiamo infatti la deità di Dio a cui come Figlio aveva rinunciato. Anche se il suo corpo subiva le stesse vicissitudini di ogni corpo carnale, egli sapeva comunque Chi era, e il potere che aveva. Uno di questi poteri, in accordo con Dio Padre lo metterà in atto su se stesso infatti dice: Giovanni 10:17 Per questo mi ama il Padre; perché io depongo la mia vita per riprenderla poi. 18 Nessuno me la toglie, ma io la depongo da me. Ho il potere di deporla e ho il potere di riprenderla. Quest'ordine ho ricevuto dal Padre mio».
Potremmo dire allora che dopo aver compiuto in perfetta ubbidienza tutta la sua sofferta missione sulla terra (Isaia 53:7b … Come un agnello condotto al macello, come pecora muta davanti ai suoi tosatori non aperse bocca) , sapendo che tale conclusione sarebbe stata gradita a Dio Padre come offerta di Sé, Egli decide di rimettere il suo spirito al Padre. E’ la decisione forte di un vincitore divino, non di un uomo, perché nessun uomo può dare e riprendere la propria vita, ma solo Dio-Figlio; Il quale con una potenza che non conosciamo, riunifica Se stesso (assieme all’umanità redenta dopo di Lui) nell’unità del Padre che è nel cielo, per l’eternità. E’ questo che avverrà anche di noi, perché il Cristo ci ha indicato la Via che noi percorreremo se rimarremo fedeli: a) risorgeremo se il nostro corpo morirà fisicamente; saremo rapiti al cielo come nell’ascensione di Gesù, se saremo trovati vivi santificati, quando sarà il momento del rapimento.
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