Ci sono sempre Falsi Profeti: come Comportarci? - Riflessioni in pillole -

 Di Renzo Ronca 5-5-25

In ogni comunità, grande o piccola, ci sono sempre alcuni che non seguono l’armonia ben programmata dallo Spirito di Dio. Potremmo definirli con un termine molto generico “falsi profeti”, perché introducono dottrine fuorvianti. Costoro in un modo o nell’altro hanno sempre qualcosa che non gli va bene, criticano i responsabili, polemizzano, creano discussioni, si impuntano su questioni marginali, ecc.  Come comportarci con loro? Vediamo cosa fece l’apostolo Paolo in un caso del genere nella comunità di Corinto:

2Corinzi 10:12 Poiché noi non abbiamo il coraggio di classificarci o confrontarci con certuni che si raccomandano da sé; i quali però, misurandosi secondo la loro propria misura e paragonandosi tra di loro stessi, mancano d'intelligenza. 13 Noi, invece, non ci vanteremo oltre misura, ma entro la misura del campo di attività di cui Dio ci ha segnato i limiti, dandoci di giungere anche fino a voi. 14 Noi infatti non oltrepassiamo i nostri limiti come se non fossimo giunti fino a voi; perché siamo realmente giunti fino a voi con il vangelo di Cristo. 15 Non ci vantiamo oltre misura di fatiche altrui, ma nutriamo speranza che, crescendo la vostra fede, saremo tenuti in maggiore considerazione tra di voi nei limiti del campo di attività assegnatoci, 16 per poter evangelizzare anche i paesi che sono di là dal vostro senza vantarci, nel campo altrui, di cose già preparate. 17 Ma chi si vanta, si vanti nel Signore. 18 Perché non colui che si raccomanda da sé è approvato, ma colui che il Signore raccomanda.

L’apostolo Paolo con una logica perfetta sa come difendersi dalle accuse di alcuni che si erano “allargati troppo”; così, senza cadere dentro le polemiche, riprende con fermezza il mandato che ha ricevuto dal Signore, che è quello di evangelizzare i non-giudei anche in paesi lontani fondando comunità. Se questi contestatori volevano partecipare a questa missione collaborando con preghiere e assistenza pratica andava bene, ma se costoro, invece di avere solo il Signore come unico riferimento principale, fossero rimasti a fare i loro confronti tra persona e persona, sarebbero automaticamente rimasti fuori dal progetto che il Risorto stava realizzando con Paolo.

Seppure tristemente riconosco che è l’unico modo soprattutto oggi che i responsabili hanno per andare avanti: ripartire dal rapporto personale con il Signore, se c’è stato in modo significativo, e da quanto Lui ci ha chiesto con chiarezza; evitare quelli che vogliono sempre contestare e pontificare pur non hanno avuto una effettiva “nuova nascita” spirituale; e quindi proseguire comunque, anche in pochi, anche da soli se necessario.  E’ bello per la determinazione di fede dei responsabili rimasti fedeli; è triste perché rivela quanto sia misero e limitato l’uomo, anche quando immeritatamente potrebbe servire il Signore, e invece cerca solo di evidenziare se stesso.


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