Dio Parla In Silenzio e Nel Silenzio - Avvio Contemplativo n.1

 – di R.R. – 30-6-25

 (Prosegue da https://ritornocristiano.blogspot.com/2025/06/dio-parla-in-silenzio-nota-breve-n1.html )


Quando Dio inizia a parlare al Suo popolo, non lo fa con un comando, ma con un invito: > “Ascolta, Israele” (Deuteronomio 6:4)

Non è un ascolto qualsiasi. È un ascolto sacro, che richiede attenzione e spoliazione. Ma in un mondo iperstimolato, dove ogni suono si accavalla all’altro, come si può ancora ascoltare Dio?

Il silenzio che insegna

Dio non urla. Non compete con i decibel del mondo. Egli parla in silenzio, ma soprattutto parla nel silenzio—nel vuoto interiore che si crea quando smettiamo di correre, cercare, spiegare.

Ce lo insegna Elia, il profeta perseguitato e provato, quando fugge sul monte Horeb. Elia, pur essendo stato strumento di grandi prodigi, cade in un abisso di sconforto. Dopo la vittoria sui profeti di Baal, si ritrova minacciato, deluso, svuotato. Ha paura. È stanco. Si sente solo. E arriva persino a desiderare la morte: > “Ora basta, Signore. Prendi la mia vita, perché io non valgo più dei miei padri.” (1 Re 19:4)

Ma proprio lì, nel deserto della sua anima, non smette di rivolgersi a Dio. E Dio non lo abbandona. Lo raggiunge con discrezione: gli manda un angelo, due volte, a offrirgli pane e acqua. Poi lo lascia camminare quaranta giorni e quaranta notti nel silenzio del deserto, lontano da tutto, per condurlo sul monte di Dio2.

È un cammino di purificazione, di svuotamento, di ascolto. Solo dopo questo lungo silenzio, Dio gli parla. Ma non nel vento impetuoso, né nel terremoto, né nel fuoco.

> “Dopo il fuoco, una voce sommessa, un sussurro leggero.” > (1 Re 19:12)

Elia si copre il volto. Non perché la voce fosse forte, ma perché era santa. Dio si rivela con delicatezza, quando l’anima è spogliata di ogni difesa.

Per noi oggi

Anche noi possiamo attraversare deserti interiori, momenti di paura, delusione, stanchezza. Ma come Elia, possiamo scegliere di non restare nel frastuono, e cercare invece il silenzio che prepara l’incontro. Dio non ci abbandona. Ci nutre, ci sostiene, ci guida. E quando siamo pronti, ci parla. Non per impressionarci, ma per trasformarci.


(Continua)


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