La “Spina nella Carne”: una Breve Riflessione per chi Soffre - n. 66
-di Renzo Ronca 12-8-25
In 2 Corinzi 12:7 l’apostolo Paolo scrive: “E perché io non avessi a insuperbire per l'eccellenza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne, un angelo di Satana, per schiaffeggiarmi affinché io non insuperbisca.”
Molti hanno cercato di identificare cosa fosse questa “spina”: una malattia? Un tormento spirituale? Un problema relazionale? Ma forse la domanda più utile non è che cosa fosse, bensì perché lo Spirito Santo abbia voluto che questo dettaglio rimanesse nella Scrittura.
Una protezione
divina sotto forma di dolore
Il contesto è chiaro: Paolo aveva vissuto esperienze straordinarie, era stato rapito fino al terzo cielo, aveva udito parole ineffabili. Una rivelazione così sublime avrebbe potuto facilmente generare orgoglio. Eppure, Dio — nella Sua sapienza — permise che Paolo fosse afflitto da una “spina”, una sofferenza che lo umiliava e lo manteneva dipendente dalla grazia. “Tre volte ho pregato il Signore perché l'allontanasse da me. Ed Egli mi ha detto: ‘La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza.’” (2 Corinzi 12:8-9)
Quando la spina è
la depressione
Vorrei proporre una riflessione: e se,
per alcuni credenti, la “spina nella carne” fosse anche la depressione?
La depressione è una malattia profonda e complicata,
spesso invisibile, che può colpire anche chi ama il Signore con tutto il cuore.
Non è segno di poca fede, né di lontananza da Dio. Anzi, può essere — come per
Paolo — una forma di protezione spirituale. Una barriera contro l’orgoglio, una
scuola di umiltà, un luogo dove la grazia di Dio si manifesta con potenza.
Chi soffre di depressione può sentirsi tentato dalla disperazione, dalle accuse dell’avversario, dal senso di inutilità e da un pesante senso di colpa. Ma proprio in quel dolore, Dio può operare con forza. La Sua grazia non viene meno. La Sua presenza non si allontana. E la Sua potenza si perfeziona proprio lì, nella debolezza.
Un messaggio di
speranza
Se stai attraversando un periodo oscuro,
se senti il peso della tristezza e ti chiedi dove sia Dio, sappi questo: non
sei solo. La tua sofferenza non è una punizione, ma può essere una “spina”
che Dio permette per custodirti, per modellarti, per renderti più simile a
Cristo.
E come Paolo, puoi dire: “Perciò mi compiaccio nelle debolezze, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce per amore di Cristo; perché quando sono debole, allora sono forte.” (2 Corinzi 12:10)
Che questa riflessione possa essere un
incoraggiamento per chi soffre, e un invito alla compassione per chi osserva.
La depressione non è la fine, ma può essere il luogo dove la grazia di Dio
inizia a brillare con nuova intensità.
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