Matteo 12: Il Messaggio del Signore e l’Inalterata Ostilità dei Farisei – Riflessione Utile per i Cristiani Incerti del Nostro Tempo - n. 94
-di Renzo Ronca 31-8-25
Con chi rifiuta consapevolmente e caparbiamente il Cristo, non c’è dialogo. Non fu possibile allora, e non lo è oggi. Il capitolo di Matteo 12 - di cui scorreremo adesso i primi episodi - ce lo mostra chiaramente.
Gesù Signore del
Sabato: La Legge travisata
Matteo 12:1–13 Il sabato, giorno di riposo e attesa
dell’eternità, era stato trasformato dai farisei in uno strumento di condanna.
Avevano reso idolatrico ciò che doveva essere sacro, giudicando con durezza
anche le minime trasgressioni. Ma Gesù risponde:
“Se sapeste che cosa significa: Voglio
misericordia e non sacrificio, non avreste condannato gli innocenti.” (Matteo
12:7)
La legge di Dio nasce dall’amore per l’uomo ferito, non dalla sete di punizione.
La Durezza del Cuore: Chi non vuole capire
Matteo 12:9–13 Gesù manifesta la potenza del Regno con moltissime guarigioni e liberazioni "v.14 ... molti lo seguirono ed egli li guarì tutti". Ma i cuori ostinati non vogliono capire. Fingono di cercare risposte solo per accusare: “È lecito fare guarigioni in giorno di sabato?” (v.10)
Chi è sordo spiritualmente si comporta come una bestia: carica a testa bassa contro chiunque, anche contro il Signore stesso. I farisei, accecati dal ruolo che credono eterno, tramano per uccidere: “I farisei, usciti, tennero consiglio contro di lui, per farlo morire.” (v.14). La mentalità di uno zelo fanatico estremista nelle religioni monotesite senza Cristo è sempre lo stesso: "se non rispetti la legge come ti diciamo noi, allora devi morire noi ti uccidiamo per fare un favore a Dio".
Caproni contro il
Pastore: Figli del Diavolo
Alcuni di questi fanatici, seppure posti a difesa del gregge, si rivoltano contro il Pastore stesso. Non riconoscono la sua voce, perché non sono più figli di Dio, ma figli del diavolo. Gesù stesso lo afferma: “Voi siete dal diavolo, che è vostro padre, e volete fare i desideri del padre vostro.” (Giovanni 8:44)
La verità non può essere compresa da chi è dominato dalla menzogna. È la separazione radicale tra chi accoglie Cristo e chi lo rifiuta per orgoglio e tradizione.
Il Peccato
Imperdonabile: La Bestemmia contro lo Spirito
In Matteo 12:31 Gesù pronuncia una delle affermazioni più terribili che dovrebbero intimidirci: “Ogni peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini; ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata.”
Chi resiste allo Spirito Santo con ostinazione, chi chiama male il bene e bene il male, si pone fuori dalla grazia.
La Violenza non è
la Via: Il Messaggio del Cristo
Nel vedere oggi certi comportamenti violenti ed implacabili verso anche le persone più deboli come donne e bambini mentre muoiono di fame, anche da parte di chi dovrebbe conoscere le Scritture, ci impone di riflettere seriamente. Noi siamo cristiani e non rispondiamo con “occhio per occhio” come fa un certo tipo di giudaismo, ma questo non vuol dire che non ci rendiamo conto di quanto accade. La vendetta non ci appartiene. Gesù stesso lo dice al momento dell’arresto: “Rimetti la tua spada nel fodero, perché tutti quelli che prendono la spada, di spada periranno.” (Matteo 26:52)
Il Regno non si conquista con le armi. La giustizia non si comprende senza Cristo. La vera rivoluzione è spirituale: perdono, misericordia, resistenza non violenta.
Il Cambiamento
Profetizzato: Isaia e il Servo del Signore
Matteo 12:18–21 Il passaggio da Antico a Nuovo Testamento è sempre più netto. Eppure, ancora oggi non accettato da molti. Ma Isaia lo aveva già annunciato: “Ecco il mio servitore che ho scelto... Egli annuncerà la giustizia alle genti... Non triterà la canna rotta, non spegnerà il lucignolo fumante, finché non abbia fatto trionfare la giustizia. E nel nome di lui le genti spereranno.”
Il Messia è venuto per portare giustizia,
non per gridare nelle piazze. La sua voce è dolce, ma potente. E il suo ritorno
è vicino. Sarà in quel mentre che mostrerà un altro tipo di giustizia e allora sarà riconsciuto da tutti per quello che è.
In Matteo 12:46–50 Mentre Gesù parla alle folle, viene interrotto da un messaggio: sua madre e i suoi fratelli sono fuori e vogliono parlargli. Ma la risposta di Gesù è sorprendente, quasi spiazzante: “Chi è mia madre, e chi sono i miei fratelli?” “Poiché chiunque avrà fatto la volontà del Padre mio, che è nei cieli, mi è fratello e sorella e madre.”
Con queste parole, Gesù ridefinisce
radicalmente il concetto di famiglia. Non è il sangue, non è la genealogia,
non è la tradizione a determinare l’appartenenza al Regno. È l’obbedienza
alla volontà del Padre. Ora la volontà del Padre è la verità espressa su TUTTA la Scrittura indicata dallo Spirito di Dio, non solo una parte che ci fa comodo o ci esalta: Nel
Il Rifiuto dei
Diritti Tradizionali
Questa affermazione “Chi è mia madre, e chi sono i miei fratelli?” “Poiché chiunque avrà fatto la volontà del Padre mio, che è nei cieli, mi è fratello e sorella e madre” è anche una confutazione diretta di ogni pretesa religiosa basata sull’eredità etnica o culturale. I diritti accampati dai Giudei che non vollero riconoscere Gesù sono del tutto fuori luogo. Il Signore non riconosce come “famiglia” chi si appella alla discendenza ma rifiuta la verità.
Il popolo che Dio aveva allevato con amore viene momentaneamente rigettato per la la loro durezza, finché non sia stata completata la "famiglia di Dio" con l'ngresso dei non giudei, come già annunciato dai profeti. Ma non è un rigetto definitivo: un rimanente sarà salvato, se non si ostinerà a tenere il cuore duro.
Una Chiamata alla
Separazione Spirituale
Anche qui, come in tutto il capitolo, la separazione
è netta. Gesù non cerca compromessi. Non c’è spazio per un ecumenismo
che annacqua la verità. La famiglia del Signore è composta da coloro che
fanno la volontà del Padre, non da chi si limita a professare una religione
legalista o vantare una discendenza.
Questa è una chiamata urgente per i
credenti di oggi: ritornare al centro del messaggio di Cristo,
abbandonare il buonismo che confonde la misericordia con la complicità, e prepararsi
al ritorno del Signore, che è alle porte. Il giudizio compete a Lui, non a popoli eletti e non a chiese che si sentono a loro volta uniche elette ad amministrare il regno del Signore come se già fosse presente.
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