Abbiamo Davvero Ricevuto lo Spirito Santo? - n. 164
-di Renzo Ronca 21-10-25
1. Una domanda
fondamentale
Oggi ci poniamo una domanda davvero
importante, fondamentale: Nel nostro battesimo volontario da adulti
consapevoli, abbiamo davvero ricevuto lo Spirito Santo?
Invece di rispondere con formule apprese
da un qualsiasi catechismo, proviamo a fare un profondo esame di coscienza.
Non si tratta di una risposta automatica, ma di una riprova spirituale.
2. Un’introspezione
biblica
L’introspezione – qualunque sia il nostro
stato d’animo attuale – non è fuori posto. Lo Spirito Santo, che ha
ispirato tutta la Scrittura, ha già inserito questa domanda nel libro degli
Atti, che è il racconto del Vangelo che cammina, soffre, cresce e si
trasmette con la potenza di Dio attraverso ogni credente.
È giusto, allora, ogni tanto fare il
punto su ciò che lo Spirito ci suggerisce e su ciò che siamo.
Atti 19:1–7 Paolo giunge a Efeso e trova alcuni
discepoli. Chiede loro: “Riceveste lo Spirito Santo quando credeste?”
Essi rispondono: “Non abbiamo neppure sentito dire che ci sia lo Spirito
Santo.” Dopo aver spiegato il battesimo in Gesù, Paolo impone loro le mani,
e lo Spirito Santo scende su di loro.
3. Carismi visibili
e invisibili
Nelle prime chiese, soprattutto quelle
fondate da Paolo, era relativamente facile constatare se i credenti
avessero ricevuto lo Spirito Santo: – I carismi erano evidenti, come il parlare
in lingue – La missione era urgente: parlare al mondo della salvezza e del
Regno
Oggi, in un mondo dove le barriere
linguistiche sono superate dai mezzi mediatici, lo Spirito distribuisce
carismi diversi: – Discernimento – Capacità di spiegare profezie – Sapienza
spirituale
Questi doni sembrano meno evidenti,
ma non sono meno reali.
4. La domanda di
Paolo è ancora attuale
“Riceveste lo
Spirito Santo quando credeste?” (Atti 19:2)
Questa domanda ci obbliga a interrogarci
nel profondo, al di là delle dottrine. Ma come possiamo trovare una
risposta?
La coscienza può aiutarci, ma viviamo
un’epoca in cui la coscienza cristiana è spesso immatura o confusa.
Abbiamo bisogno di una comparazione più precisa.
5. Il criterio di
Romani 12
Romani 12:1–8 Paolo esorta a offrire i nostri corpi in
sacrificio vivente, a non conformarci al mondo, a essere trasformati nel
pensiero, a riconoscere i doni spirituali e a viverli con sobrietà.
Questa lettura è preziosa. Ci chiede:
– Abbiamo consacrato davvero noi stessi a Dio, in ogni attività quotidiana? – Offriamo lode e adorazione ogni giorno, cercando purezza in pensieri, parole e comportamenti? – Desideriamo fare la volontà del Signore in un rapporto diretto tra il nostro spirito e lo Spirito di Dio? – Abbiamo di noi stessi un concetto sobrio, né troppo elevato né troppo mortificato? – Riconosciamo la vera Chiesa, sparsa e spesso invisibile, tra molte denominazioni? – Sperimentiamo i carismi ricevuti con umiltà, o aspiriamo ad altri per esibizione? – Spendiamo i talenti ricevuti con amore e gioia nella Chiesa invisibile del Signore?
6. Il dono della
profezia oggi
Abbiamo compreso il significato del dono
della profezia attuale?
– Non si tratta di inventare eventi
futuri – Si tratta di spiegare ciò che è già rivelato nella Scrittura –
Chi ha questo dono è consapevole della confusione che regna in molte chiese –
Alcune non credono nemmeno nel rapimento della Chiesa o nel ritorno di Cristo
prima del millennio
Chi è preposto a questo dono deve
impegnarsi, come fece Daniele, studiando le Scritture.
7. Conclusione: lo
Spirito può essere chiesto
Meditando su questi punti, lo Spirito
Santo può aiutarci a rispondere alla domanda di Paolo. E se ci sentiamo
in difetto?
“Il Padre vostro
celeste darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono.” (Luca 11:13)
Coraggio, allora! Mettiamoci all’opera per servire il
Signore, seguendo lo Spirito di Dio.
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