Dieci Comandamenti Ragionati - Parte 1 - n. 162
-di Renzo Ronca 19-10-25
Il nostro desiderio è ragionare sui Dieci Comandamenti come base iniziale per raggiungere per grazia dopo il Nuovo Testamento, una pienezza escatologica.
Cercheremo di trovare il modo migliore
per interpretarli, evitando il più possibile tre eccessi:
1) il giudaismo che rischiava di farne un
idolo;
2) il superficialismo di alcune chiese che li considera
inutili;
3) quella brutta via di mezzo di chiese ceh si setnnono autorizzate a modificarli, o ne evidenziano solo alcuni, causando gravi conseguenze.
Nel corso della trattazione prenderemo come riferimento i comandamenti originali biblici, esattamente come sono scritti in Esodo 20:2–17 e Deuteronomio 5:6–21, e ne esploreremo la profondità e la completezza alla luce del Nuovo Testamento.
Proporremo alcune interpretazioni
interessanti tratte da testi di studio e da fonti online, e proveremo con
umiltà a riflettere secondo quanto ci ha insegnato lo Spirito Santo:
“Esaminate ogni cosa e ritenete il
bene.” (1 Tessalonicesi 5:19–21)
LE DUE TAVOLE SCRITTE
“CON IL DITO DI DIO”
Esodo 31:18 Quando il SIGNORE ebbe finito di parlare
con Mosè sul monte Sinai, gli diede le due tavole della testimonianza, tavole
di pietra, scritte con il dito di Dio.
Deuteronomio 9:10 il SIGNORE mi diede le due tavole di
pietra, scritte con il dito di Dio, sulle quali stavano tutte le parole
che il SIGNORE vi aveva dette sul monte, parlandovi dal fuoco, il giorno
dell'assemblea.
Etimologia e
significato della frase “scritte con il dito di Dio”
Etimologia ebraica
La parola ebraica אֶצְבַּע (etsbaʿ)
significa “dito” e deriva dalla radice tsabaʿ, che indica “puntare”,
“toccare”, “agire con precisione”. Nel contesto biblico, il “dito di Dio” è una
metafora antropomorfica che esprime l’intervento diretto e sovrano di
Dio, senza mediazione umana.
Questa espressione appare anche in:
- Esodo 8:19 – “Questo è il dito di Dio”
(riferito alle piaghe d’Egitto)
- Luca 11:20 – “Se io scaccio i demoni con il
dito di Dio…”
In tutti questi casi, il “dito”
rappresenta la potenza attiva dello Spirito di Dio, che agisce con
precisione e autorità.
Interpretazioni evangeliche recenti
Nella teologia evangelica, “scritta con
il dito di Dio” è interpretata come la firma divina sulla legge morale,
distinta da ogni altra legge umana o rituale. Autori come R.C. Sproul e John
MacArthur sottolineano che questa frase indica:
- L’origine divina e non umana della
legge
- La sua immutabilità e autorità
eterna
- La sua funzione escatologica come
base del giudizio finale
In chiave escatologica, il fatto che Dio
abbia scritto direttamente le tavole indica che nessuno potrà dire di non
aver ricevuto una testimonianza chiara della sua volontà. La legge scritta
“con il dito di Dio” è la base del patto, ma anche il criterio del
giudizio.
Questa legge morale rimane insomma il metro della giustizia divina finale. Pur essendo la salvezza
per grazia mediante la fede, le opere manifestano la realtà conseguente della
fede e saranno oggetto di valutazione nel giudizio finale.
Il Nuovo Testamento lo conferma con
chiarezza:
– Apocalisse 20:12 – “Furono giudicati ciascuno secondo le sue opere.”
– Romani 2:6 – “Egli renderà a ciascuno secondo le sue opere.”
– 2 Corinzi 5:10 – “Ciascuno riceverà la ricompensa di ciò che ha fatto nel corpo, sia in bene, sia in male.”
– Matteo 16:27 – “Renderà a ciascuno secondo le sue opere.”
Questi versetti mostrano
che la legge scritta da Dio non è stata annullata, ma rimane come
testimonianza e criterio, affinché nessuno possa dire di non aver ricevuto
una rivelazione chiara della volontà divina. Il “dito di Dio” non è solo un
gesto: è una firma, un’impronta, un sigillo. Nel tempo della fine,
quando ogni cosa sarà vagliata, ciò che Dio ha scritto rimarrà. E ciò
che è stato scritto con il suo dito non può essere cancellato né modificato.
(E' in corso l'aggiornamento del libro in PDF "Dieci Comandamenti Ragionati" vedremo se sarà il caso di riportare su questo blog alcune parti o avvisare alla fine quando la revisione sarà completata)
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