Dentro di Me: Chi Mi Ha Tradito? - Riflessione Approfondita - n. 149
-di Renzo Ronca 8-10-25
Questa meditazione è nata da una domanda affiorata al risveglio, dopo alcuni sogni che mi hanno lasciato un senso di inquietudine e di ricerca. “Dentro di me: chi mi ha tradito?” — da qui è iniziato un dialogo interiore, che lo Spirito ha guidato verso la comprensione del conflitto tra carne e spirito, e della libertà che ci è data in Cristo.
Può capitare che ci sentiamo come
traditi, ma non riusciamo a capire da chi, come e perché. Guardiamo attorno a
noi le persone, ma non riusciamo a dare un senso a questa sensazione sgradevole
e dolorosa, in cui vorremmo intervenire, magari dando la colpa a qualcuno. Ma
lo Spirito Santo può aprirci la mente in una interpretazione più profonda.
Pensiamo a questa frase: Galati 5:17
– “Perché la carne ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha
desideri contrari alla carne; sono cose opposte tra di loro, in modo che non
potete fare quello che vorreste.”
La nostra persona spirituale segue lo
Spirito di Dio; la nostra persona carnale segue la condotta carnale del mondo.
L’essere umano, in se stesso, ha come due nature che devono convivere in un
corpo unico. In un certo senso, potremmo dire in modo simbolico che queste due
parti si comportano come “marito e moglie”, formando una sola carne, similmente
a questo passo interpretato in modo ampio:
Genesi 2:18–24
18 Poi Dio il SIGNORE disse: «Non è bene che l'uomo sia solo; io gli farò un aiuto che sia adatto a lui». 19 Dio il SIGNORE, avendo formato dalla terra tutti gli animali dei campi e tutti gli uccelli del cielo, li condusse all'uomo per vedere come li avrebbe chiamati, e perché ogni essere vivente portasse il nome che l'uomo gli avrebbe dato. 20 L'uomo diede dei nomi a tutto il bestiame, agli uccelli del cielo e ad ogni animale dei campi; ma per l'uomo non si trovò un aiuto che fosse adatto a lui. 21 Allora Dio il SIGNORE fece cadere un profondo sonno sull'uomo, che si addormentò; prese una delle costole di lui e richiuse la carne al posto d'essa. 22 Dio il SIGNORE, con la costola che aveva tolta all'uomo, formò una donna e la condusse all'uomo. 23 L'uomo disse: «Questa, finalmente, è ossa delle mie ossa e carne della mia carne. Ella sarà chiamata donna perché è stata tratta dall'uomo». 24 Perciò l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e saranno una stessa carne.
L’uomo (Adamo) è “suddiviso” in se stesso
con la donna (Eva), ma entrambi scoprono di essere un insieme unico destinato
ad unirsi. Infatti, dice: “Perciò l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si
unirà a sua moglie, e saranno una stessa carne.” Il senso dell’unione
matrimoniale è molto profondo e nasce nel cuore, nell’essenza della creazione.
Ora, il punto del nostro ragionamento è
questo: la nostra parte carnale, cioè fisica, finché saremo terreni, tende per
ovvi motivi a seguire ciò che è fisico, legato al corpo, al mondo, a questo
sistema di cose terreno; mentre la nostra parte spirituale tende a seguire le
cose dello Spirito. Col passare degli anni, la persona cristiana diventa sempre
più spirituale e desidererebbe abbandonare questa tenda carnale per rivestire
quella spirituale nella casa del Padre: 2 Corinzi 5:1–4
1 Sappiamo infatti che se questa tenda,
che è la nostra dimora terrena, viene disfatta, abbiamo da Dio un edificio, una
casa non fatta da mano d'uomo, eterna, nei cieli. 2 Perciò in
questa tenda gemiamo, desiderando intensamente di essere rivestiti della nostra
abitazione celeste, 3 se pure saremo trovati vestiti e non
nudi. 4 Poiché noi che siamo in questa tenda gemiamo,
oppressi; e perciò desideriamo non già di essere spogliati, ma di essere
rivestiti, affinché ciò che è mortale sia assorbito dalla vita
Tuttavia, ciò che è
carnale non ce la fa ad innalzarsi più di tanto. È come se vedessimo una parte di noi
che tradisce la parte più importante, quella che si era identificata con la
modalità spirituale. Se ci sentiamo spirituali, ma vediamo che la nostra natura
terrena sembra invece distaccata e vuole continuare una modalità terrena,
proviamo quel senso di tradimento dentro noi stessi, nel nostro cuore. Questa
contrapposizione è insanabile finché saremo terreni. Per questo sarebbe bene
leggere con attenzione tutto il capitolo 7 della lettera ai Romani.
Il conflitto si manifesta come se ci
fossero due leggi in noi: Romani 7:14 – “Sappiamo infatti che la legge
è spirituale; ma io sono carnale, venduto schiavo al peccato.”
Sembra non ci sia soluzione a questa
spaccatura del nostro essere e al dispiacere di vedere il nostro corpo schiavo
del mondo… Ma che dice la Scrittura? Galati 4:30 – “Caccia via la
schiava e suo figlio; perché il figlio della schiava non sarà erede con il
figlio della donna libera.”
“Caccia via la schiava” indica un’azione
che dobbiamo fare noi, non è automatica. La schiavitù del mondo esiste, ma
esiste anche la nostra scelta personale, secondo la nostra volontà, in libertà
perfetta, con la consapevolezza fornita dallo Spirito Santo.
Tre punti di
incoraggiamento
1. Non
scoraggiamoci: 2 Corinzi 4:16–5:10
4:16 Perciò non ci scoraggiamo; ma,
anche se il nostro uomo esteriore si va disfacendo, il nostro uomo interiore si
rinnova di giorno in giorno. 17 Perché la nostra momentanea,
leggera afflizione ci produce un sempre più grande, smisurato peso eterno di
gloria, 18 mentre abbiamo lo sguardo intento non alle cose che
si vedono, ma a quelle che non si vedono; poiché le cose che si vedono sono per
un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne. 5:1 Sappiamo
infatti che se questa tenda, che è la nostra dimora terrena, viene disfatta,
abbiamo da Dio un edificio, una casa non fatta da mano d'uomo, eterna, nei
cieli. 2 Perciò in questa tenda gemiamo, desiderando
intensamente di essere rivestiti della nostra abitazione celeste, 3 se
pure saremo trovati vestiti e non nudi. 4 Poiché noi che siamo
in questa tenda gemiamo, oppressi; e perciò desideriamo non già di essere spogliati,
ma di essere rivestiti, affinché ciò che è mortale sia assorbito dalla
vita. 5 Ora colui che ci ha formati per questo è Dio, il quale
ci ha dato la caparra dello Spirito. 6 Siamo dunque sempre pieni di
fiducia e sappiamo che, mentre abitiamo nel corpo, siamo assenti dal
Signore 7 (poiché camminiamo per fede e non per
visione); 8 ma siamo pieni di fiducia e preferiamo partire dal
corpo e abitare con il Signore. 9 Per questo ci sforziamo di
essergli graditi, sia che abitiamo nel corpo sia che ne partiamo. 10 Noi
tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, affinché
ciascuno riceva la retribuzione di ciò che ha fatto quando era nel corpo, sia
in bene sia in male.
2. Siamo
consapevoli della nostra libertà e sforziamoci di usarla bene:
Galati 5:13 – “Perché, fratelli, voi siete stati
chiamati a libertà; soltanto non fate della libertà un'occasione per vivere
secondo la carne, ma per mezzo dell'amore servite gli uni agli altri.”
3. Ricordiamoci che
il nostro corpo, finché saremo terreni, è parte fragile di noi.
Siamo una unità complessa, dunque il
corpo non va trattato male o mortificato per quello che è. È creato da Dio e
merita amore e rispetto. Se la nostra mente, a volte, nei cassetti della
memoria, tira fuori qualcosa del nostro passato in cui ci siamo comportati male
— ovvero abbiamo tradito la parte spirituale consacrata che adesso ci
contraddistingue e segue lo Spirito Santo — non mortifichiamoci eccessivamente,
non condanniamoci, non accusiamoci, perché sono cose passate. Adesso non siamo
più così. Cerchiamo di perdonare quella parte come perdoneremmo una persona
pentita, con l’amore che il Signore non mancherà di darci.
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