Interpretazioni Bibliche e Dottrine: Brevi Riflessioni Utili - n. 65
-di Renzo R. 11-8-25
[prosegue da https://ritornocristiano.blogspot.com/2025/08/ritorno-di-gesu-sintesi-delle-dottrine.html ]
1. La fede e la
verità non dimostrabili
- L’esistenza di Dio non è
dimostrabile con la logica o la matematica. La fede, per definizione, si
muove oltre la prova empirica.
- Come afferma la dottrina cristiana
tradizionale, i cristiani non credono in un sistema dottrinale, ma in un
Dio che si è rivelato. Le dottrine - giuste o sbagliate - sono tentativi
umani di spiegare questa rivelazione.
- Le divisioni tra denominazioni
(cattolici, ortodossi, protestanti, evangelici, ecc.) sono il frutto di
interpretazioni diverse della Scrittura, spesso influenzate da contesti
storici e culturali.
2. Un nuovo
approccio: non convincere, ma condividere
- Questo è un punto di svolta
importante che non dovremmo dimenticare: l’evangelizzazione non come
disputa, ma come testimonianza.
- È un principio che si avvicina
all’idea dell’apostolo Paolo di “essere tutto a tutti” (1 Corinzi 9:22),
ma senza forzare la conversione, bensì offrendo il messaggio a chi è
pronto ad ascoltarlo. In pratica esponiamo un pensiero su un significato
scritturale a seconda di come la nostra coscienza spirituale ce lo mostra,
e usiamo parole e ragionamenti a seconda della personalità di chi ascolta. Si tratta di una comunicazione fraterna, non di un inizio di analisi teologica senza fine.
- La teologia contemporanea dovrebbe sottolineare
l’amore divino come principio ermeneutico: amare per capire, non per
vincere un dibattito.
3. Il fallimento
del legalismo e la svolta missionaria di Paolo
- La legge per i giudei (e anche le
leggi dogmatiche per i cristiani) sono sempre un problema. Israele
ricevette le “Dieci Parole” ma non ne comprese il cuore.
- Paolo si rese conto che senza una trasformazione
interiore, il messaggio di Cristo non poteva essere accolto. Questo è
il cuore del dialogo con Nicodemo: “Bisogna nascere di nuovo” (Giovanni
3:3).
- L’episodio di Lidia (Atti 16:14) è
emblematico: il cuore aperto della donna alla comprensione della parole dette
da Paolo non è frutto di retorica o bravura dell’apostolo, ma di una
preparazione spirituale operata già prima dallo Spirito Santo nel cuo9re della donna. L’apostolo
è come se avesse messo la tessera giusta in un mosaico bellissimo che Dio
stava formando. Stessa cosa nella conversione dell’eunuco
da parte di Filippo o di Cornelio da parte di Pietro, e così via.
4. La strada da
seguire: fede, disponibilità, evangelizzazione
- Dovremmo poter delineare una visione missionaria sobria
e profonda: non una crociata, ma una disponibilità a servire. Il
nostro cuore dovrebbe essere sempre pronto all’ascolto: prima all’ascolto
di Dio, poi all’ascolto paziente delle esigenze dell’anima che abbiamo di fronte
che anela a Dio.
- Questo si avvicina all’escatologia
attiva: vivere gli “ultimi tempi” non con paura, ma con responsabilità.
- La nostra posizione è affine a
quella di molti pensatori evangelici che, come scrive Geoffrey Allen,
riconoscono che la Bibbia è una, ma le interpretazioni sono molteplici,
e quindi serve umiltà e discernimento.
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