Manifestazioni della Distruttività nel Mondo - Studio parte 3 - n. 73

 -di Renzo Ronca   15-8-25   

[segue da https://ritornocristiano.blogspot.com/2025/08/la-distruttivita-che-aumenta-discernere.html ]

 

Segni visibili di una pressione invisibile

La distruttività che cresce non è solo una percezione spirituale: è una realtà tangibile, osservabile, misurabile. I suoi effetti si estendono su ogni ambito della vita umana, come un’onda che travolge, disorienta, frammenta. La Scrittura ci invita a “osservare i segni dei tempi” (Matteo 16:3), non per paura, ma per discernimento. E oggi, i segni sono numerosi e convergenti.

Comunicazioni mediatiche: il dominio della paura

I media non informano: plasmano. La narrazione dominante è costruita per generare ansia, divisione, confusione. Le notizie si susseguono in modo frenetico, senza radici né prospettiva. Il linguaggio è spesso manipolatorio, e la verità viene oscurata dalla ricerca di consenso.

La distruttività mediatica non è solo contenuto: è forma, è ritmo, è intenzione. È una strategia per destabilizzare le coscienze e rendere il pensiero critico impossibile.

 Guerre e genocidi: l’esplosione dell’odio

Il mondo è attraversato da conflitti sempre più cruenti, spesso dimenticati o ignorati. Le guerre non sono solo geopolitiche: sono spirituali. Sono il frutto dell’odio, dell’orgoglio, della sete di potere. I genocidi, le persecuzioni, le stragi di innocenti sono manifestazioni estreme di una distruttività che non ha più freni.

La Scrittura ci dice che “sorgeranno nazioni contro nazioni” (Matteo 24:7), e che “l’amore di molti si raffredderà” (Matteo 24:12). Stiamo vedendo l’adempimento di queste parole.

  Esodi e ingiustizie: la perdita dell’identità

Milioni di persone sono in fuga: da guerre, da fame, da oppressioni. Gli esodi moderni non sono solo spostamenti geografici, ma fratture esistenziali. La persona perde la sua terra, la sua cultura, la sua storia. E spesso, viene accolta in contesti che non offrono dignità, ma sfruttamento.

La distruttività sociale si manifesta nell’ingiustizia sistemica, nella disuguaglianza crescente, nella perdita di compassione.

 Violenza giovanile: generazioni senza radici

I giovani sono tra i più colpiti. Crescono in un mondo frammentato, senza riferimenti stabili, bombardati da stimoli ed emozioni estreme. La violenza giovanile — fisica, verbale, digitale — è il sintomo di un vuoto profondo. Un vuoto che la società non sa colmare, perché ha perso il senso del sacro, del vero, del bene.

La distruttività qui è educativa, culturale, spirituale. È una generazione che rischia di essere annientata dal progresso senza verità.

 Allarmi cosmici: la creazione che geme

La natura stessa sembra gridare. Cambiamenti climatici, catastrofi naturali, squilibri ecologici: tutto indica che la creazione è sotto pressione. La Parola ci dice che “la creazione geme ed è in travaglio” (Romani 8:22), in attesa della redenzione.

La distruttività cosmica è il riflesso di una rottura spirituale tra l’uomo e il Creatore. È il risultato di un dominio senza responsabilità, di una scienza senza sapienza.

 Degenerazione sociale: il collasso dei valori

La famiglia viene ridefinita e fatta a brandelli, la sessualità viene distorta, l’identità viene frammentata.

Non sono più le ideologie a dominare, ma le emozioni instabili e le pulsioni individuali, elevate a dogmi. Chi si àncora alla verità viene isolato, mentre la società si dissolve in desideri soggettivi.

La distruttività qui è morale, antropologica, teologica. È l’uomo che si fa dio, e che distrugge se stesso nel tentativo di liberarsi da Dio.

Queste manifestazioni non sono scollegate: sono sintomi di un’unica malattia spirituale. Eppure, in mezzo a tutto questo, Dio chiama un popolo a resistere, a discernere, a prepararsi.

 Degenerazione sociale: il collasso dei valori

La famiglia viene ridefinita e fatta a brandelli, la sessualità viene distorta, l’identità viene frammentata.

Le sane ideologie, un tempo motore del pensiero e dell’azione, sono state sostituite da pulsioni instabili e da emozioni elevate a dogmi. Chi si àncora alla verità viene isolato, mentre la società si dissolve in desideri soggettivi.

La distruttività qui è morale, antropologica, teologica. È l’uomo che si fa dio, e che distrugge se stesso nel tentativo di liberarsi da Dio. Queste manifestazioni non sono scollegate: sono sintomi di un’unica malattia spirituale. Eppure, in mezzo a tutto questo, Dio chiama un popolo a resistere, a discernere, a prepararsi.

 (continua)

 

 

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