Israele al Centro: Perché ne Parliamo - Avvio alle Prospettive Moderne degli Studi Escatologici - n. 139
-di Renzo Ronca 28-9-25
Nel corso dell’ultimo anno, il nome di
Israele è tornato con forza al centro dell’attenzione globale. Non si tratta di
una nostra scelta tematica dettata da curiosità, da polemica o da una teologia
sterile: è la realtà stessa che impone una riflessione. Israele, da solo, è
divenuto fulcro di analisi, commenti, preoccupazioni e tensioni che coinvolgono
l’intero scenario internazionale.
In questo contesto, non intendiamo
esprimere giudizi politici né entrare nel merito delle scelte umane. Il nostro
intento è diverso: osservare i fatti presenti alla luce delle Scritture, in
particolare delle profezie bibliche che riguardano Israele, il tempo della
fine, e il ritorno del Signore Gesù Cristo come Re effettivo e glorioso.
Alla luce dell’Apocalisse e di altri
testi biblici profetici, si profila un futuro conflitto mondiale che segnerà il
compimento di un tempo già stabilito da Dio. Secondo la nostra linea di fede,
questo tempo culminerà con la manifestazione del Messia come Redentore e
Sovrano universale.
Come già accadde al tempo di Gesù, la
maggior parte di Israele — non avendo riconosciuto il Cristo — continua ad
attendere un messia regale, molto pratico, come un re o un imperatore, capace
di affermare la centralità di Israele e di sconfiggere con le proprie armi ogni
opposizione esterna. In questa prospettiva, il messia giudaico atteso è visto
come guida politica e militare: decisa, forte, inarrestabile, persino
impietosa. Una figura destinata ad esaltare e consolidare il ruolo di Israele
tra le nazioni, secondo una visione che interpreta il proprio status di popolo
eletto in chiave storica e geopolitica.
È per questi motivi, e per la velocità
esponenziale degli eventi che si susseguono, che alcuni di noi cristiani — studiosi e
osservatori dei tempi finali — desideriamo esplorare, proporre e ragionare
sulle diverse prospettive che si presentano.
Molti simboli profetici, forse, dovranno essere rivisitati e ampliati. Lo Spirito Santo, che trasmette il fuoco di Dio, non è statico: Egli riprende, illumina e chiarisce sempre più le prime interpretazioni escatologiche che ci sono state tramandate. Non per confutarle, ma per articolarle con maggiore precisione, perché — vedendole da più vicino — emergono nuovi particolari. E se la nostra mente è istruita dallo Spirito di Dio, potrà comprendere sempre meglio “quale sia la larghezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità” (Efesini 3:18) del disegno divino.
È così, secondo noi, che si dovrebbe
procedere: mettendo alla prova la nostra fede, confrontandola con il presente,
e camminando con il cuore nella preghiera dello Spirito.
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