Perché il Mare Non Ci Sarà Più? - Seguito Apocalisse 21:1 - n. 154

 -di Renzo Ronca  11-10-25  Dal precedente https://ritornocristiano.blogspot.com/2025/10/nuovi-cieli-e-nuova-terra-studio-n-153.html 


Ci siamo soffermati lungamente sul primo versetto del cap. 21 di Apocalisse: Ap 21:1 “Poi vidi un nuovo cielo e una nuova terra, poiché il primo cielo e la prima terra erano scomparsi”; ed abbiamo avuto modo di riflettere bene sul fatto che il primo cielo e la prima terra erano scomparsi.

Guardiamo ancora l'ultima parte del versetto: “e il mare non c'era più”:  La congiunzione “e” collega, congiunge, conferma, chiarisce meglio quanto detto prima: Poi vidi un nuovo cielo e una nuova terra, poiché il primo cielo e la prima terra erano scomparsi,…… e…… il mare non c'era più.

Molti studiosi, come abbiamo già accennato, sono concordi nell’assegnare al mare la simbologia dell’instabilità, della tumultuosità.

Vorrei riflettere di più su questo “mare”. Dice Emil Donges: «Il mare ci parla di separazione e di tristezza ed è la figura dell’irrequietezza e dell’instabilità. In contrasto con la terra ferma, il mare ci parla di cose disordinate ed imperfette. Sulla nuova terra, l’atmosfera è pura, e tutto è impregnato di santa perfezione.»

Confrontiamo questo “mare” alla fine della Bibbia in Apocalisse, con il “mare” all’inizio della Bibbia, in Genesi:

Gen 1:2 La terra era informe e vuota, le tenebre coprivano la faccia dell'abisso e lo Spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque. […] 6 Poi Dio disse: «Vi sia una distesa tra le acque, che separi le acque dalle acque». 7 Dio fece la distesa e separò le acque che erano sotto la distesa dalle acque che erano sopra la distesa. E così fu. 8 Dio chiamò la distesa «cielo». Fu sera, poi fu mattina: secondo giorno. 9 Poi Dio disse: «Le acque che sono sotto il cielo siano raccolte in un unico luogo e appaia l'asciutto». E così fu. 10 Dio chiamò l'asciutto «terra», e chiamò la raccolta delle acque «mari».

Se restiamo sul simbolo “mare = irrequietezza, imperfezione, instabilità”, possiamo dedurre due cose:

1)     Nella prima fase del progetto totale di Dio, descritta in Genesi, le acque che avvolgevano la terra, simboleggiavano anche “l’instabilità che avvolgeva la stabilità”. Invece nell’ultima fase del progetto totale di Dio, cioè la nuova creazione  (da “cieli nuovi e terra nuova” in poi), sparisce l’instabilità ed ogni forma di irrequietezza o imperfezione; per cui rimane solo “la nuova terra”, senza più l’instabilità che indicava il mare come lo conosciamo noi, ovvero ci sarà solo ciò che è stabile e perfetto. Per l’eternità.

2)     In modo analogo, aprendo la mente, possiamo riferire la “distesa delle acque” di un ipotetico mare, anche nel cielo. Anche lì c’è stata irrequietezza, divisione guerra: Ap 12:7 Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli, 8 ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo. 9 Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli.

In pratica allora quando dice cieli nuovi e terra nuova, unendo nello stesso destino cieli e terra, intende una creazione nuova anche in cielo. Anche l’instabilità, la divisione, la guerra nel cielo finirà, come finirà quella sulla terra. Ricordate il parallelo che facciamo spesso: “come in cielo così in terra” (Matteo 6:10 venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo, anche in terra). 

Alla fine di tutto saremo avvolti e immersi e parte noi stessi di in una perfezione nella creazione che riguarderà sia il cielo che la terra. Ed ecco la fine e l’inizio. L’alfa e l’omega (1).  Nell’eternità tutto sarà in Dio e in Dio vivrà. Sarà assente ogni parte “instabile, imperfetta”. La morte terrena è l’ultimo nemico che sarà distrutto (1Corinzi 15:26).

Continuando il ragionamento della volta precedente allora, “il prodotto finito” di tutta la creazione di Dio sarà l’eternità, intesa non come il perdurare per sempre della vita che vediamo oggi, o il perdurare del millennio, ma la perfezione eterna di un sistema di vita a noi sconosciuto (se non intuibile in parte nel corpo glorioso di Gesù risorto).

In conclusione, anche l’assenza del mare dunque, come l’assenza di acqua dopo che viene cotto l’impasto del pane, testimonia dell’ultimo stadio della creazione stessa.

La creazione sarà da prendere dall’inizio alla fine come un “movimento unico”, la fine di un impasto che poi viene cotto nel forno, il pane del corpo di Gesù e del nostro corpo nelle mani di Dio; ovvero nell’elaborazione del Suo pensiero creativo che diventa realtà. Una realtà che si trasforma anch’essa. Nessuna divisione tra acqua e terra, tra terra e cielo, tra Dio e non-Dio, perché tutto sarà eternamente e perfettamente vivente in Dio.


[ Estratto dal libro gratuito PDF di R. Ronca "Apocalisse" in https://drive.google.com/file/d/1RUO4hu4IT_SUKf8pFnu6aUwcA6bUPuKo/view?usp=drive_link ]


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(1) Apocalisse 1:8 «Io sono l'alfa e l'omega», dice il Signore Dio, «colui che è, che era e che viene, l'Onnipotente».

Apocalisse 21:6 «Ogni cosa è compiuta. Io sono l'alfa e l'omega, il principio e la fine. A chi ha sete io darò gratuitamente della fonte dell'acqua della vita.

Apocalisse 22:13 Io sono l'alfa e l'omega, il primo e l'ultimo, il principio e la fine.

 




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