Lo Spirito Santo Interpreta la Scrittura e Parla ai Cuori ma Sappiamo Capire?
di Renzo Ronca 9-4-25
(Segue da “Sguardi Cristiani sull’Antico Testamento: Interiorizzazione del Tempio e Guida dello Spirito diDio”)
Mosè in un certo senso simboleggiava per
i giudei quello che lo Spirito Santo significa per tutti i cristiani del mondo,
a cominciare dai giudei convertiti (la prima Chiesa di Gesù), per arrivare a
noi cristiani non-giudei, che siamo nelle chiese cristiane di tutto il mondo.
Quindi abbiamo focalizzato il ruolo perfetto di mediatore, nella guida e nell’intercessione
che ha lo Spirito Santo.
Lo Spirito Santo, o Dio Spirito Santo,
guida tutti quelli che si avvicinano al Padre per i meriti di Gesù, Dio-Figlio.
La modalità potrebbe essere diversificata per vari motivi, ma l’obiettivo misericordioso
e sapiente rimane lo stesso.
Perché la modalità
potrebbe essere diversificata?
Non si tratta di preferenze ma di sapienza
di Dio rapportata ai popoli e ad ogni singola anima. Proviamo a ricordare la
prima assemblea della storia della Chiesa di Gesù in Atti 15.[1] In un confronto molto difficile tra cristiani-giudei
di Gerusalemme da una parte, e cristiani-non-giudei che seguivano gli
insegnamenti dell’apostolo Paolo dall’altra, alla fine Giacomo, considerato il
responsabile della Chiesa centrale di Gerusalemme, disse: “Atti 15:28 Infatti è parso bene allo
Spirito Santo e a noi di non imporvi altro peso all'infuori di queste cose, che
sono necessarie…” Cioè la Chiesa cristiana in Israele (che dunque
seguiva letteralmente la maggior parte della legge dell’AT), accoglie anche i
non giudei convertiti al cristianesimo senza imporre loro il peso della legge
ma solo delle norme etico morali.
Da questo capiamo che tra i cristiani
giudei in Israele, e cristiani non-giudei delle nazioni, lo Spirito di Dio
aveva disposto un comportamento pratico diverso pur unendoli nello stesso
obiettivo: redenzione, santificazione, attesa del ritorno del Signore.
Oggi i cristiani nel mondo sono quasi
interamente composti di non-giudei; tuttavia esiste una piccola parte ancora
oggi di “giudei messianici” che sono cristiani a tutti gli effetti come noi,
pur applicando in maniera abbastanza letterale alcuni fondamenti della
tradizione ebraica. L’unità tra questi due gruppi non è facile oggi, come non
lo era al tempo di Atti 15. Chi non è molto maturo nella fede fatica ad
accettare l’altro. Però noi pensiamo che l’insegnamento dello Spirito di Dio di
Atti 15 sia stato valido allora come dovrebbe essere valido oggi.
Senza Mosè-mediatore tra Dio e il popolo,
Israele non sarebbe stato liberato e non sarebbe arrivato da nessuna parte
visto le continue ribellioni ed idolatrie in cui cadeva. Così la Chiesa senza
lo Spirito Santo che compunge i cuori li consola e li guida quando cadono non
andrebbe da nessuna parte. Il rischio di fallimento c’è per tutti; oggi c’è più
che mai, perché il diavolo vorrebbe di novo spingerci nella falsa sicurezza
delle tradizioni, delle leggi, a scapito della fede in Cristo Gesù, unica porta
della grazia e della salvezza.
Pure se il cristianesimo pare essere la più
grande religione del mondo[2] possiamo dire che vi sono in
essa molte apostasie in atto e solo una piccola parte sembrerebbe fedele. Lo
deduciamo dalle troppe differenze denominazionali, mettendo a confronto gli
insegnamenti tratti dallo studio dei messaggi alle sette chiese rivelati da
Gesù Risorto all’apostolo Giovanni nell’Apocalisse.[3]
Uno dei rischi di
involuzione cristiana
In questi ultimi tempi che stanno
arrivando, Dio per raffinare la Sua Chiesa e vedere cosa veramente c’è nel
cuore di ciascuno di noi, ha permesso un disorientamento generale su tutti i
campi, con un aumento dell’empietà, a) mascherata da buonismo, che
ritiene di poter fare a meno della Bibbia, e b) dal ritorno alla legge
come sicurezza, che spinge il credente ad un nuovo “giudaismo cristiano”
a discapito della sola fede. Di queste due tendenze abbiamo già parlato a lungo.
Esempi di
interpretazioni diverse su un passo biblico
Prendiamo alcuni passaggi tratti da Deuteronomio
7: “1 Quando il
SIGNORE, il tuo Dio, ti avrà introdotto nel paese che vai a prendere in
possesso, e avrai scacciato molti popoli: gli Ittiti, i Ghirgasei, gli Amorei,
i Cananei, i Ferezei, gli Ivvei e i Gebusei, sette popoli più grandi e più
potenti di te; 2 quando il SIGNORE, il tuo Dio, li avrà dati
in tuo potere e tu li avrai sconfitti, tu li voterai allo sterminio; non farai
alleanza con loro e non farai loro grazia. 3 Non
t'imparenterai con loro, non darai le tue figlie ai loro figli e non prenderai
le loro figlie per i tuoi figli, 4 perché distoglierebbero da
me i tuoi figli che servirebbero dèi stranieri e l'ira del SIGNORE si
accenderebbe contro di voi. Egli ben presto vi distruggerebbe. 5 Invece
farete loro così: demolirete i loro altari, spezzerete le loro statue,
abbatterete i loro idoli d'Astarte e darete alle fiamme le loro immagini
scolpite. […] 16 Sterminerai dunque tutti i popoli che il SIGNORE,
il tuo Dio, sta per dare in tuo potere; il tuo occhio non si impietosisca, e
non servire i loro dèi, perché ciò sarebbe per te un'insidia
Il passo è lungo, importante e
significativo come tutta la Scrittura ispirata da Dio, e meriterebbe una
trattazione a parte con grande rispetto. Il punto è trovare la forma migliore
per interpretarlo. Se non ci fosse stato Gesù e non ci fosse stato il dono
dello Spirito Santo ai credenti battezzati il passo andrebbe applicato nella
maniera letterale. Ed infatti, per quanto tragico possa sembrarci oggi, nelle
guerre in corso, vediamo che chi crede solo nell’AT mette in pratica il
comandamento proprio così come è scritto: implacabile guerra contro i nemici
senza pietà, fino al loro sterminio letterale.
Nessun commento per chi ragiona così. Mi
rivolgo solo ai cristiani. Noi sappiamo che TUTTA la Scrittura è per la nostra
istruzione: 2 Timoteo 3:16-17: "Tutta la Scrittura è ispirata da
Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere e a educare nella
giustizia, affinché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona."
Questo versetto sottolinea l'importanza di tutta la Parola di Dio per guidare
il credente e formarlo.
Quando diciamo TUTTA la Scrittura
intendiamo Tutta la Parola di Dio che consideriamo ispirata dallo Spirito di
Dio, vale a dire per noi cristiani l’AT e il NT canonico. In questo insieme allora
si può applicare la frase del Salmo 119:160 “La somma della
tua parola è verità; tutti i tuoi giusti giudizi durano in eterno”.
Che questo insieme riguardi anche l’AT si
può dedurre dal fatto che Gesù citava sempre l’AT e lo spiegava elevandolo ed
approfondendolo; e si può sintetizzare anche in: Romani 15:4: "Tutto
ciò che fu scritto in passato fu scritto per nostra istruzione, affinché
mediante la perseveranza e la consolazione delle Scritture avessimo
speranza."
Che noi cristiani dovremmo evitare l’applicazione
troppo letterale senza la consultazione dello Spirito di Dio, si può
dedurre da questa frase: 2 Corinzi
3:6: "Egli ci ha resi capaci di essere ministri di una nuova
alleanza, non di lettera, ma di Spirito; perché la lettera uccide, ma lo
Spirito dà vita." Questo mette in evidenza la differenza tra
un'osservanza rigida e letterale della legge e la vita che viene dallo Spirito
Santo, che trasforma e rinnova.
Se applicassimo sempre l’azione
distruttrice letterale giudaica di Deuteronomio 7 troveremmo probabilmente
delle incongruenze nelle genealogie stabilite da Dio stesso:
Nella genealogia di Davide, troviamo
diverse donne non israelite o di origini considerate estranee alla comunità
giudaica, alcune delle quali sono anche elencate nella genealogia di Gesù in
Matteo 1. Ecco alcuni esempi significativi con i relativi riferimenti
scritturali:
1.
Rut: Rut era una moabita, una straniera che
scelse di unirsi al popolo di Israele attraverso la sua fedeltà a Naomi. Alla
fine sposò Boaz e divenne la bisnonna di Davide. ( la sua storia dettagliata
nel Libro di Rut (Rut 4:13-17 per il collegamento genealogico).
2.
Raab: Raab era una cananea di Gerico,
ricordata anche per la sua fede e il suo coraggio nell'aiutare gli esploratori
israeliti. Dopo essere stata risparmiata durante la conquista di Gerico, si unì
al popolo di Israele ed è inclusa nella genealogia di Gesù (Matteo 1:5, Giosuè
2, Ebrei 11:31).
3.
Tamar: Sebbene non fosse straniera, Tamar
aveva una storia fuori dall'ordinario. Si unì alla linea messianica attraverso
un legame controverso con Giuda (Genesi 38), ed è menzionata nella genealogia
di Matteo 1:3.
4.
Betsabea: Anche se non esplicitamente
identificata come straniera, Betsabea era legata agli Ittiti tramite il marito,
Uria l'Ittita. È anch'essa parte della genealogia davidica e messianica (2 Samuele
11, Matteo 1:6).
Queste figure evidenziano come Dio abbia
incluso persone di origini diverse nel piano redentivo e nella linea
genealogica messianica, sottolineando il messaggio universale della grazia
divina.
E allora noi
cristiani come potremmo affacciarci con il dovuto rispetto alla comprensione di
Deuteronomio 7?
Se Dio aveva da poco dato la Legge Regale
(il Decalogo è al cap.5:6-21 di Deuteronomio oltre che in Esodo 20:2-17), perché
lo aveva fatto? Non stava forse formando un popolo coeso e ordinato scelto tra piccole
tribù nomadi?
Allora come
dovremmo, noi cristiani, avvicinarci all’interpretazione di quei passaggi di Deuteronomio
7?
Vorrei portare in modo schematico il mio
pensiero che ho cercato di esprimere in modo scorrevole e spero chiaro:
1.
Un contesto
storico per la Legge Regale:
o Dio ha dato il Decalogo a un popolo
nomade appena uscito dall'Egitto, abituato a una vita di servitù e privo di una
chiara distinzione morale tra giusto e sbagliato. Questo popolo, benché
portatore di una memoria di Dio attraverso i patriarchi, aveva bisogno di un
fondamento solido per sviluppare un'identità ordinata attorno alla santità e
alla giustizia.
o L'ordine delle tribù attorno al
tabernacolo (esposto in Numeri 2) è un esempio di come Dio abbia
cominciato a disciplinare una comunità che doveva imparare a vivere secondo
principi divini.
2.
Il
linguaggio di Deuteronomio:
o Deuteronomio rappresenta un linguaggio
diretto e forte, mirato a una cultura che, al tempo, vedeva la vita umana
soprattutto attraverso la lente della guerra e della sopravvivenza. Per un
popolo abituato al conflitto e alla violenza, Dio parla nella lingua che loro
potevano comprendere per introdurre ordine e distinzione tra bene e male.
o Tuttavia, il linguaggio duro e deciso di
Deuteronomio deve essere letto alla luce del progresso rivelativo culminato in
Cristo, il quale ha portato una pienezza di comprensione della giustizia
divina, unita alla misericordia e all'amore (Matteo 5:17-18).
3.
La maturità
dello Spirito Santo:
o Gesù, nel suo ministero, ha insegnato
come applicare la legge con cuore trasformato dallo Spirito, superando la
rigidità legalistica. Un esempio chiave è il discorso della montagna (Matteo
5-7), dove Gesù interpreta e approfondisce la legge, centrando tutto sulla
misericordia, sulla purezza del cuore e sull'amore per il prossimo.
o Romani 8:2 sottolinea che lo Spirito ci libera
dalla "legge del peccato e della morte," portandoci a vivere la
giustizia di Dio attraverso una relazione personale con Lui.
4.
Rifiutare
il linguaggio violento dei tempi antichi:
o Applicare oggi, in un tempo in cui Dio ci
ha spiegato attraverso il suo Spirito il messaggio universale di misericordia e
amore, un linguaggio grezzo e violento senza discernimento significa tradire la
maturità cristiana e non accogliere il Signore. Tuttavia, questo deve essere
comunicato ai cristiani senza alcuna critica verso gli Ebrei. La loro relazione
con Dio resta un mistero che spetta a Lui illuminare.
5.
Parlare ai
cristiani:
o Rivolgersi ai cristiani significa
incoraggiare una lettura delle Scritture che comprenda l'intero piano di Dio,
dal fondamento iniziale dato a un popolo disordinato, fino alla pienezza di
Cristo. Il compito è evitare il rischio di un ripiegamento verso una mentalità
giudaica basata sulla sola lettera, che potrebbe portare a deviazioni dannose.
[1]
Video studio “162n) ATTI 15 PRIMO CONCILIO DELLA STORIA CRISTIANA IL SENSO
DEL VERO ECUMENISMO” in https://www.youtube.com/watch?v=a_pv-WLhj_E
[2] il cristianesimo è la religione più grande al mondo, con circa 2,38 miliardi di seguaci, che rappresentano circa il 31% della popolazione globale. Islam segue come seconda religione più grande, con circa 1,91 miliardi di aderenti. Fonte: (Pew Research Center; worldstatistics.net)
[3]
Nostro LIBRO PDF: APOCALISSE
RIVELAZIONI DI GESU’ RISORTO ALL’APOSTOLO GIOVANNI In https://drive.google.com/file/d/1jGTaD5pGNYGK4uuPZivVCY8wYegcf9SL/view?usp=drive_link
Commenti
Posta un commento