Ripartenza dal Patto di Dio con il suo Popolo e con Ogni Cuore Singolarmente - Studio Neemia 8 - parte 2 - n. 85
-di Renzo Ronca 25-8-25 [segue da https://ritornocristiano.blogspot.com/2025/08/dio-usa-la-bibbia-anche-oggi-per.html
Vediamo il primo versetto:
Neemia 8:1 Tutto il popolo si radunò come un sol uomo sulla piazza che è davanti alla porta delle Acque, e disse a Esdra, lo scriba, che portasse il libro della legge di Mosè che il SIGNORE aveva data a Israele.'
vorrei soffermarmi sul soggetto di: "... e disse a Esdra, lo scriba, che portasse il libro..." Chi fu a dire a Esdra di portare il Libro della Legge di Mosè (i primi cinque libri della Bibbia)? Soffermarsi sul soggetto di questa frase è fondamentale, perché rivela qualcosa di profondo: non fu un'autorità religiosa o politica a ordinare la lettura della Legge, ma il popolo stesso.
Nel versetto Neemia 8:1, il soggetto è
chiaramente “tutto il popolo”. Non si tratta di un piccolo gruppo, né di
un’iniziativa imposta dall’alto. È una richiesta spontanea, collettiva, un
desiderio che nasce dal cuore del popolo. Questo è straordinario, perché:
• Mostra
fame spirituale: Dopo anni di esilio e ricostruzione, il popolo sente il
bisogno di tornare all’inizio della Parola. Non cercano prima il tempio, né il
re, ma la Parola fondamentale della Bibbia, la Legge che avevano smarrito.
• Riconoscono
Esdra come guida spirituale: Lo chiamano “lo scriba”, cioè colui che conosce,
trascrive e interpreta la Legge. È una figura autorevole, stimata per il suo
studio, ma non imposta. Era l’uomo giusto al momento giusto.
• La
richiesta è attiva e consapevole: Non si limitano ad ascoltare
passivamente. Chiedono che Esdra porti il libro, cioè che lo renda accessibile,
leggibile, vivo.
Questa scena è un modello di risveglio spirituale: quando il popolo si raduna “come un sol uomo” e chiede la Parola, è il segno che qualcosa è cambiato. Non è più Dio a doverli rincorrere con profeti e ammonimenti: è la fase successiva: sono loro a cercarlo. E’ quello ceh succede nelle nostre riunioni comunitarie:
Tuttavia, è importante riconoscere che il popolo è il soggetto apparente, ma il soggetto vero è Dio stesso, che agisce attraverso il Suo Spirito. Esdra, pur non essendo profeta, è sacerdote e scriba, e il suo ministero può essere definito profetico per contenuto, poiché ha contribuito in modo decisivo al risveglio spirituale e alla restaurazione dell’alleanza. Notiamo allora due fasi dell’attività di Dio:
2) È lo stesso Spirito che subito dopo produce il pentimento. Come afferma Gesù in Giovanni 16:8, “Quando sarà venuto, convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio.” Senza questa consapevolezza di peccato, se mantenessimo un cuore duro, come potremmo ricevere la grazia del perdono?
Questa dinamica vale per tutti i
popoli che si rivolgono al Dio vivente. Persino Ciro, re di Persia, che non
era giudeo, fu innalzato da Dio e chiamato “il mio pastore” (Isaia 44:28) e
“il mio unto” (Isaia 45:1), perché strumento della Sua volontà. Questo
mostra che lo Spirito di Dio opera ovunque, preparando il terreno della
ricerca, suscitando consapevolezza, e poi convincendo di peccato non per
accusare, ma per far rivivere.
Il risultato è commozione, impegno, e
desiderio di seguire la volontà di Dio. È così che il popolo, allora come oggi,
può risorgere: non per merito proprio, ma per l’iniziativa misericordiosa
dello Spirito Santo, che guida, illumina, e trasforma.
Connessione spirituale
Quanto detto mostra che l’unità non è solo organizzativa o esteriore, ma è frutto dello Spirito di Dio, che rende i credenti un solo corpo. L’immagine di “radunarsi come un sol uomo” diventa profezia e modello per la Chiesa: una comunità che ascolta, crede e agisce con un solo cuore.
Questa ultima frase: “una comunità che ascolta, crede e agisce con un solo cuore”, trova un fondamento profondo sia nella Legge antica che nella rivelazione cristiana. Infatti l’unità del popolo di Dio non è solo un ideale ecclesiale, ma è radicata nel cuore stesso della Scrittura.
La Legge antica:
amare Dio con tutto sé stessi
Il riferimento chiave è Deuteronomio
6:4-5, il celebre Shema Israel:
“Ascolta, Israele:
Il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio
con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutte le tue forze.”
Questo comandamento è il centro della fede ebraica, espresso più in dettaglio nei primi quattro comandamenti biblici e viene ripreso da Gesù in Marco 12:30: “Amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza.” Qui l’amore per Dio è totale, indiviso, integrale — coinvolge mente, cuore, anima e forza. È l’unità interiore che diventa anche unità comunitaria.
La Chiesa come
compimento: un solo cuore e una sola anima
- Atti 4:32:
- Filippesi 2:2:
- 1 Corinzi 1:10:
La Legge antica comanda di amare Dio
con tutto sé stessi. Il Nuovo Testamento mostra che, quando questo amore
è vissuto insieme, nasce la Chiesa: una comunità che ascolta, crede e
agisce con un solo cuore.
Questa unità non è uniformità, ma armonia spirituale.
Sarà poi questo amore verso Dio che
produrrà di conseguenza l’amore verso il prossimo (espresso in dettaglio negli
altri sei comandamenti biblici), come dice Gesù riassumendo: “Il secondo è
simile a questo: Amerai il tuo prossimo come te stesso.” (Marco 12:31)
(continua in https://ritornocristiano.blogspot.com/2025/08/il-contesto-di-neemia-82-rapportato-al.html )
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