I Nostri Avversari Spirituali

È necessario comprendere bene chi sono gli avversari per noi credenti. Chi o cosa c’è dietro una persona che si mostra nemica? Stando attenti a non cadere nella mania di persecuzione, da quanto ci viene rivelato dalle Scritture il “mondo” governato dall’Ingannatore è il nemico dei cristiani. Dice infatti l’apostolo Giovanni riportando le parole di Gesù: Giovanni 15:18 «Se il mondo vi odia, sapete bene che prima di voi ha odiato me. 19 Se foste del mondo, il mondo amerebbe quello che è suo; siccome non siete del mondo, ma io ho scelto voi in mezzo al mondo, per questo il mondo vi odia».

Il “mondo” in questo caso si riferisce a quella parte della Terra governata direttamente da Satana, che è definito il “principe di questo mondo”

Satana l’Avversario non può nulla contro il Signore Dio (…viene il principe del mondo. Egli non può nulla contro di me” Giovanni 14:30) perché il Signore lo ha già vinto e condannato; così anche noi se resteremo uniti al Signore Gesù non dobbiamo avere paura, anzi potremmo mantenere un senso di pace, perché in Lui abbiamo già la vittoria: “Vi ho detto queste cose, affinché abbiate pace in me. Nel mondo avrete tribolazione; ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo” (Giovanni 16:33).

Stabilito questo, con la vigilanza necessaria, ci rendiamo conto che i nostri nemici sono di tipo spirituale, soprannaturale, satanica e che cercano di condizionarci con emozioni e preoccupazioni, anche attraverso persone malvagie già a loro sottomesse più o meno consapevolmente.

Quindi se noi combattiamo direttamente contro queste persone malvagie e basta, abbiamo già perso in partenza, perché loro sono solo l’apparenza di una “realtà spirituale” che gli sta dietro molto più complessa, a noi praticamente ignota: Efesini 6:12 “il nostro combattimento infatti non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti”.

Sarà Dio stesso a combattere per noi in queste dimensioni celesti. Non è facile capire le realtà spirituali, non siamo attrezzati per farlo; chi si intestardisce a sperimentare questi spiriti da solo, rischia di perdersi o di essere ingannato, come nello spiritismo satanico.

Nel nostro provvisorio mondo terreno abbiamo l’illusione che tutto quello che ci circonda, filtrato dalle emozioni dei sensi, duri per sempre. Ricordiamoci invece che non è così. Il cristiano maturo è consapevole di due mondi, quello terreno - realtà apparente - e quello spirituale che diventerà realtà eterna. Questo non significa certamente disinteressarsi della realtà attuale, ma solamente che dovremo sempre affrontarla con un occhio vigile alla realtà futura.

Un esempio su certe battaglie e certi nemici è quando gli ebrei stavano per arrivare alla terra promessa e si presentò loro l’ultimo ostacolo da superare: vincere alcuni popoli idolatrici violenti e fisicamente più alti e forti di loro. Questi nemici vengono descritti dagli esploratori nella Bibbia con due descrizioni e considerazioni diverse: a) secondo lo sguardo terreno, e b) secondo gli occhi di Dio. Vediamolo più in dettaglio:

a) Il modo secondo lo sguardo terreno:
Numeri 13:32 “…. tutta la gente che vi abbiamo vista, è gente di alta statura; 33 e vi abbiamo visto i giganti, figli di Anac, della razza dei giganti. Di fronte a loro ci pareva di essere cavallette; e tali sembravamo a loro”.
Per dieci esploratori su dodici la realtà era quella: c’erano persone più forti e più grosse di loro. Non c’era confronto, avrebbero perso senz’altro.

b) Il modo secondo gli occhi di Dio:
Numeri 14:7 … «Il paese che abbiamo attraversato per esplorarlo è un paese buono, molto buono. 8 Se il SIGNORE ci è favorevole, ci farà entrare in quel paese e ce lo darà: è un paese dove scorre il latte e il miele. 9 Soltanto, non vi ribellate al SIGNORE e non abbiate paura del popolo di quel paese, poiché ne faremo nostro pascolo; l'ombra che li proteggeva si è ritirata, e il SIGNORE è con noi; non li temete».
Per due sole persone su dodici ciò che conta non è ciò che si presenta, ma come la vede il Dio di Israele. Come Davide quando affrontò il gigante Golia, il punto non è misurare se stessi in rapporto agli altri, ma è seguire il Signore. Giosuè e Caleb ebbero fiducia nell’Eterno e per questo furono premiati perché alla fine della loro generazione furono gli unici che entrarono nella terra promessa.

Il fatto che solo Giosuè e Caleb, due su dodici, si mostrarono fedeli al Signore, può indicarci che solo una piccola parte del popolo di Dio riesce ad avere veramente fiducia nel Signore. Estendendo il discorso potremmo dire che anche dentro di noi, all’interno della nostra persona, c’è solo una piccola parte delle nostre componenti che potrebbe superare la paura nel cammino della vita terrena.

E quali potrebbero essere queste componenti che potrebbero rallentare l’espansione della fede? Forse è il guardare noi stessi e non il Signore. Se guardiamo solo noi stessi saremo sempre perdenti, o comunque sempre in lotta gli uni contro gli altri, e vedremo con paura e rabbia i limiti fisici terreni del nostro corpo. Ma se guardiamo con lo sguardo del Signore, seguendo le Sue promesse, non daremo molta importanza a ciò che è terreno, infatti quando tutti mormoravano contro Mosè per via di questi nemici fisicamente giganti, Caleb si mostrò spiritualmente più “grande” di loro: Numeri 13:30 Caleb calmò il popolo che mormorava contro Mosè, e disse: «Saliamo pure e conquistiamo il paese, perché possiamo riuscirci benissimo».

CONCLUDENDO con una interpretazione un poco ardita, potremmo dire che spesso quello che ci spaventa sono le ombre dei giganti, i pensieri, le paure che si agitano dentro di noi. Tutti abbiamo qualcosa che potrebbe spaventarci proveniente nell’inconscio, e quindi di difficile identificazione, ma se ci pensate bene, la soluzione non sta tanto nello scontro faccia a faccia, e nemmeno nella pericolosa “rimozione”, perché tornerebbero di nuovo; la soluzione sta invece nella considerazione di Dio e nella non considerazione delle ombre scure.

Tale non-considerazione delle paure si ottiene solamente con lo spostamento della nostra persona interiore nella luce del Signore. Vale a dire uscire dall’influenza dell’ombra e piazzarsi alla luce delle parole del Signore, cioè dei Suoi insegnamenti. 

Ma questa definizione potrebbe anche non significare niente se non la mettiamo in pratica, se non la sperimentiamo. E come si sperimenta? E’ semplice ma come tutto ciò che è semplice in un mondo che abbiamo reso tanto complicato e confuso, va di nuovo ripresa lentamente e meditata bene: Giovanni 14:21 Chi ha i miei comandamenti e li osserva, quello mi ama; e chi mi ama sarà amato dal Padre mio, e io lo amerò e mi manifesterò a lui». 22 Giuda (non l'Iscariota) gli domandò: «Signore, come mai ti manifesterai a noi e non al mondo?» 23 Gesù gli rispose: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l'amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui. 24 Chi non mi ama non osserva le mie parole; e la parola che voi udite non è mia, ma è del Padre che mi ha mandato. 25 Vi ho detto queste cose, stando ancora con voi; 26 ma il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto. Ci aiuterà a meditare con calma questo passo che ho riportato, soprattutto: 23 Gesù gli rispose: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l'amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui.

“il dimorare di Dio in noi”. Pensiamoci: non è forse una presenza stabile dentro la nostra persona, nel nostro cuore?

Mettiamo quindi questa meditazione accanto ad altre affermazioni bibliche: Isaia 50:8 “Vicino è colui che mi giustifica; chi mi potrà accusare? Mettiamoci a confronto! Chi è il mio avversario? Mi venga vicino!”

Romani 8:37 Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati. 38 Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, 39 né potenze, né altezza, né profondità, né alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore.

Ecco allora il segreto vincente di Giosuè, Caleb, Mosè, e tanti altri: la presenza di Dio!

Dobbiamo cercare questo Suo dimorare nella nostra persona, null’altro.

R.R.

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