Riflessioni comunitarie sulle Tentazioni di Gesù nel Deserto
Dopo aver visto il video-studio 222n) TENTAZIONI DI GESU' NEL DESERTO sono maturate ulteriori riflessioni bibliche nella nostra piccola comunità:
L'adulazione e la sua insidiosità
Lo studio mi ha suggerito una parola: adulare. Adulare è una delle principali armi che utilizza il nemico delle nostre anime: Satana. Adulare significa sopravvalutare sé stessi, lusingare il prossimo per ottenere un favore interessato. Il suo contrario non è così semplice come per altre parole: ad esempio, il contrario di "buono" è "cattivo", mentre per "adulare" potremmo considerare "calunniare" o "vituperare", che ne rappresentano una degenerazione più attiva e malevola. In questo senso, l'adulazione può essere vista come un'anticamera della malvagità di Satana, che si manifesta pienamente nel caos e nella devastazione.
Il mondo è purtroppo intriso di questo male, di questo mal parlare e di questa maldicenza. Stanca e ribelle a una religiosità percepita come mondana, la società odierna è scivolata nella tentazione di un libertinaggio che, vantandosene, l'ha condotta a una condizione di "fluidità"morale, caratterizzata da perversione e ricerca edonistica del piacere personale. L'uomo, nella libertà che Dio gli ha concesso, ha spesso abbandonato il sentiero di salvezza indicato dalla Sua Parola, lasciandosi trasportare da emozioni e sentimenti che, come accadde ai nostri progenitori nel giardino dell'Eden, lo portano a dare potere su di sé al "Principe di questo mondo": Satana. Ogni giorno ne vediamo i frutti in una società sempre più liquida, che non poggia più sulle solide basi della Parola di Dio, ma che, per "prurito di udire" (2 Timoteo 4:3), si è cercata un altro dio: Satana, inchinandosi davanti alla sua tirannica maestà e sovvertendo l'ordine divino del bene e del male, fino a chiamare "bene" ciò che è male e viceversa.
Questa distorsione della volontà divina è una delle massime espressioni della malvagità di Satana, che trova nella calunnia e nel vituperio strumenti di amplificazione. L'esempio di Gesù, in questo senso, è illuminante: in Ebrei 12:2 è scritto: "tenendo gli occhi su Gesù, autore e compitore della nostra fede, il quale, per la gioia che gli era posta davanti, soffrì la croce disprezzando il vituperio e si è posto a sedere alla destra del trono di Dio". Gesù ha disprezzato il vituperio, non ha dato importanza agli attacchi e alle subdole tentazioni di Satana. Allo stesso modo, anche noi, tenendo gli occhi fissi su Cristo Gesù, possiamo vincere le opere del nemico, proseguendo sicuri, guidati da Cristo, il nostro cammino in questo mondo travagliato, rispondendo al male con il bene e alle tentazioni di Satana con la Parola di Dio.
Non lasciamoci contaminare dalla maledizione del vituperio, ma proseguiamo con fede il cammino, per incontrare il Signore, quando egli tornerà nella gloria.
Luca Calisti
Il significato del deserto nella vita del credente
Dopo aver ascoltato un video sulle tentazioni di Gesù nel deserto, mi sono sorte alcune domande: i figli di Dio devono passare attraverso il deserto ed essere tentati dall'accusatore, così come avvenne per Gesù? Ciò è permesso da Dio stesso?
Prima di tutto, è bene capire se i figli di Dio sono tutte le persone, oppure solo alcune con determinate caratteristiche. Chiarire questo aspetto è importante, perché si può reagire alle tentazioni in modo diverso a seconda che si sia figli di Dio o meno. Vediamo cosa dice la Scrittura su chi è figlio di Dio: ma a tutti quelli che l'hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome, i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d'uomo, ma sono nati da Dio. (Giovanni 1:12-13.)
È molto chiaro che essere figli di Dio non è prerogativa di tutti, ma è una libera scelta di coloro che hanno creduto nel Suo Nome, come dice Giovanni. I primi figli, nonché nostri progenitori Adamo ed Eva, erano tali prima di cadere nel peccato. Hanno ceduto alla tentazione, perdendo questa prerogativa, un'eredità che toccò all'umanità che sarebbe nata da lì in poi, quindi anche a noi.
Quando il peccato è entrato nel mondo, vuol dire che Satana è entrato nel mondo e, come un ladro, si è appropriato di tutto ciò che Dio aveva creato per la Sua creatura: l'uomo. Questi, cadendo nella tentazione, aveva ceduto a Satana la terra che gli era stata affidata; ecco perché, nella terza tentazione, afferma: "Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni, perché essa mi è stata data e la do a chi voglio".
Trovo interessante il parallelismo che Renzo fa tra le tentazioni di Eva e quelle di Gesù. Eva rispose con pure sensazioni, mentre il Signore rispose con la Parola di Dio.
Detto questo, e rimanendo questa una mia riflessione personale, i figli di Dio devono sì attraversare il deserto e le tentazioni, perché sono coeredi in Cristo e, come Gesù fu condotto dallo Spirito per essere tentato, così anche noi. La differenza sta proprio nello Spirito, che garantisce ai figli di Dio di scamparle, poiché hanno come protezione la Parola di Dio, stampata nel cuore e nella mente.
Antonietta
Il valore del libero arbitrio
Questo video mi ha riportato alla mente il concetto di libero arbitrio, un dono che il nostro Creatore ci ha concesso. Dio, nella sua prescienza, sapeva che la libertà sarebbe stata per noi addirittura più importante della salute stessa, un'intuizione che, sebbene non universalmente condivisa, trova riscontro nelle parole di Gesù: "Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio" (Matteo 4:4).
L'essere umano non è infatti composto solo di materia, ma anche di una mente, di una sfera emotiva e di uno spirito che può scegliere di sottomettersi a Dio per amore, oppure di rifiutarlo. Come un figlio ama il genitore che non gli tarpa le ali, così noi amiamo il Padre celeste che, rispettando la nostra volontà, ci permette di scegliere liberamente. È triste constatare, però, come l'uomo contemporaneo tenda a prevaricare gli altri, spesso senza che noi ce ne rendiamo conto. Per questo motivo, è fondamentale ritagliarci degli spazi di silenzio, dove possiamo incontrare Dio senza distrazioni. Solo nel silenzio e nella preghiera possiamo ritrovare la nostra vera essenza in Lui, spogliandoci di quei condizionamenti terreni che rischiano di confonderci.
Se, con l'aiuto dello Spirito Santo, riusciamo a riscoprire l'uomo che Dio ha pensato per noi, non cadremo nella superbia, ma saremo in grado di combattere ogni manipolazione e condizionamento, riflettendo l'amore di Dio verso gli altri. Solo così potremo raggiungere quel "luogo elevato" di cui parla Gesù nel Discorso della Montagna (Matteo 5-7), dove potremo consolare e aiutare il prossimo.
Le tentazioni sono una realtà quotidiana, e per questo è essenziale coltivare un rapporto intimo con Dio. Già nel Decalogo, Dio ci ricorda l'importanza di dedicare del tempo a Lui, un tempo che diventa la nostra difesa contro le tentazioni e, al contempo, un passo verso il Suo Regno.
Mirella
Un cammino esodale
Il concetto del deserto come luogo di prova e preparazione spirituale si collega al cammino esodale a cui Cristo chiama ogni credente attraverso diversi aspetti.
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Il deserto come percorso di allontanamento e ritorno a Dio: Il deserto è descritto come un luogo di lontananza da Dio, dove l'uomo si ritrova per poi ritornare purificato dopo aver superato le prove. Questo riflette il concetto di un cammino esodale in cui il credente si allontana dal mondo corrotto per rientrare nel sistema preordinato di Dio. Questo cammino non è un evento singolo, ma un processo continuo di conversione e rinnovamento.
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La necessità della prova e della tentazione: Come Gesù fu tentato nel deserto, ogni credente affronta tentazioni che mettono alla prova la sua fede. Queste tentazioni sono un passaggio necessario per rivelare ciò che è nel cuore di ogni persona e per scegliere tra Dio e il peccato. Le tentazioni si ripresentano costantemente nella vita di un credente, e la lotta contro di esse è parte integrante del cammino di fede.
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Il deserto come luogo di preparazione spirituale: Il digiuno di Gesù nel deserto simboleggia la sua preparazione spirituale alla missione. Allo stesso modo, il credente è chiamato a purificarsi e prepararsi spiritualmente attraverso le prove, in vista del Regno di Dio. Il deserto diventa quindi un luogo di solitudine e riflessione che permette di rafforzare il legame con Dio attraverso la preghiera e la meditazione sulla Parola.
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L'importanza della Scrittura: Gesù risponde alle tentazioni usando le Scritture, dimostrando l'importanza della Parola di Dio per superare le prove. Questo sottolinea la necessità per ogni credente di conoscere le Scritture per non cadere nelle trappole del tentatore. Non è sufficiente conoscere la Bibbia a memoria, ma è essenziale studiarla con cuore aperto e viverla secondo gli insegnamenti di Cristo.
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Riconciliazione con Dio: Il deserto è un luogo dove è possibile la riconciliazione con Dio. Questo aspetto evidenzia come il cammino esodale del credente possa essere caratterizzato da momenti di allontanamento da Dio, seguiti da un ritorno e una riconciliazione (come nel caso del popolo d'Israele nel deserto).
Il cammino esodale dei credenti è una realtà seria e faticosa. Il cammino cristiano richiede ubbidienza, impegno e fatica. Il credente deve essere deve essere attivo nel suo percorso di crescita nella fede. La vita cristiana è un cammino che deve partire dall'esperienza concreta delle relazioni umane, per poi arrivare a una sempre più più profonda comprensione del rapporto con Dio.
I cristiani spesso si fermano all'aspetto emozionale del pentimento, ma il cammino esodale richiede di andare oltre, di fare un cambiamento reale nella propria vita. Il cambiamento di vita richiede di cessare di fare il male e imparare a fare il bene, con l'aiuto di un maestro (Cristo nostro Signore e nostro Dio). Questo significa che la fede non è solo una questione di credere, ma anche di agire e di mettere in pratica gli insegnamenti di Cristo.
Il cammino esodale è un percorso di santificazione e di trasformazione, in cui il credente si lascia guidare dallo Spirito Santo per superare le prove e per arrivare alla meta, che è il Regno di Dio. Questo cammino richiede di essere consapevoli che la vita cristiana è una realtà seria e impegnativa, in cui si è chiamati a seguire le normative di Dio.
In questo senso il cammino esodale del credente è un percorso di prova, purificazione e preparazione spirituale che riflette l'esperienza di Gesù nel deserto. Attraverso le tentazioni, il credente è chiamato a scegliere tra Dio e il peccato, a rafforzare la sua fede e a prepararsi per il Regno di Dio. Quindi il deserto non è solo un luogo fisico, ma una condizione spirituale in cui il credente può allontanarsi e ritornare a Dio, proprio come Israele nell'Esodo biblico verso la Terra Promessa.
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