Una Missione Precisa più che mai Valida Oggi!

Atti 7:33 Il Signore gli disse: "Togliti i calzari dai piedi; perché il luogo dove stai è suolo sacro. 34 Certo, ho visto l'afflizione del mio popolo in Egitto, ho udito i loro gemiti e sono disceso per liberarli; e ora, vieni, ti manderò in Egitto".

Proviamo a studiare questo piccolo-grande passo dividendo i due versetti:

Atti 7:33 Il Signore gli disse: "Togliti i calzari dai piedi; perché il luogo dove stai è suolo sacro."

IL V.33 INDICA LA NOSTRA SITUAZIONE DI ADESSO: come Mosè, dopo un lungo percorso di santificazione ad opera dello Spirito Santo, ci troviamo adesso ad ascoltare più da vicino le comunicazioni di Dio.

Essere santificati davanti a Lui non è cosa da poco; e non dipende nemmeno dalla nostra bravura perché l’indicazione di togliere i calzari dai piedi è stata poi spiegata ampiamente da Gesù: Giovanni 13:1 Ora prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta per lui l'ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. 2 Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo, 3 Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio se ne tornava, 4 si alzò da tavola, depose le sue vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse. 5 Poi mise dell'acqua in una bacinella, e cominciò a lavare i piedi ai discepoli, e ad asciugarli con l'asciugatoio del quale era cinto. 6 Si avvicinò dunque a Simon Pietro, il quale gli disse: «Tu, Signore, lavare i piedi a me?» 7 Gesù gli rispose: «Tu non sai ora quello che io faccio, ma lo capirai dopo». 8 Pietro gli disse: «Non mi laverai mai i piedi!» Gesù gli rispose: «Se non ti lavo, non hai parte alcuna con me». 9 E Simon Pietro: «Signore, non soltanto i piedi, ma anche le mani e il capo!» 10 Gesù gli disse: «Chi è lavato tutto, non ha bisogno che di aver lavati i piedi; è tutto quanto puro; e voi siete puri, ma non tutti». 11 Perché sapeva chi era colui che lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri». 12 Quando dunque ebbe loro lavato i piedi ed ebbe ripreso le sue vesti, si mise di nuovo a tavola, e disse loro: «Capite quello che vi ho fatto? 13 Voi mi chiamate Maestro e Signore; e dite bene, perché lo sono. 14 Se dunque io, che sono il Signore e il Maestro, vi ho lavato i piedi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. 15 Infatti vi ho dato un esempio, affinché anche voi facciate come vi ho fatto io.

Gesù lava i piedi ai discepoli: la santificazione è opera del Signore, non prendiamoci dei meriti che noi non abbiamo. Ma i piedi, che camminano nella terra di un mondo corrotto e perverso, hanno sempre bisogno di essere lavati. I sacerdoti del tempio avevano la vasca delle abluzioni prima di entrare nel Luogo Santo e si lavavano le mani e i piedi, cioè quello che entrava in contatto col mondo. L’opera del Signore quindi (lavarci i piedi) è solo un modello di inizio; poi spetta a noi questo atteggiamento che si esprime in due fasi: primo: di lasciar fare al Signore fare quando ci santifica nelle parti mancanti (che ci saranno sempre, nessuno è mai perfettamente santo finché saremo terreni) perché l’umiltà di Dio è per noi fonte di meraviglia e d’amore per sempre; secondo: seguendo il Suo modello, aiutarci come comunità, come chiesa, come fratelli, a fare le stesse cose aiutandoci l’uno con l'altro in questa santificazione a lode e gloria di Dio.

Gesù compie questo poco prima della Pasqua, che per noi è simbolo della partenza, del rapimento. Per questo diciamo che questo insegnamento è più che mai valido adesso, nel momento storico in cui stiamo vivendo perché è vicino il rapimento.

Atti 7:34 Certo, ho visto l'afflizione del mio popolo in Egitto, ho udito i loro gemiti e sono disceso per liberarli; e ora, vieni, ti manderò in Egitto".

IL V. 34 INDICA LA NOSTRA MISSIONE DI ADESSO. In una santificazione operata da Dio per i meriti di Cristo che ci ha chiamati, col Suo sangue ci ha purificati e ci purifica, ci mette in condizione di andare verso le pecore perdute e trasmettere loro il senso della santificazione e della consacrazione come abbiamo imparato a capirlo. La Chiesa non è il luogo dove solo noi viviamo una specie di paradiso in terra continuando solo noi a stare bene, a edificare solo noi stessi e evangelizzare solo noi stessi: noi siamo mandati ad altri a persone che gemono e soffrono e invocano Dio nella loro oppressione e non sanno come Dio sia vicino a loro, per questo manda noi: affinché loro capiscano che Dio è vicino a loro.

E’ adesso il momento più importante e difficile perché la Pasqua, “il passaggio” è vicino. Per alcuni sarà il passaggio dell’angelo della morte, ma per altri santificati (cioè che avranno capito e accolto il segno del sangue dell’agnello Cristo sull’architrave della porta), sarà invece il passaggio della liberazione, con gli angeli che realizzeranno il rapimento di tutti i credenti, prima delle piaghe con cui sarà colpita la terra.

Aiutarci a santificarci tra noi si, ma anche accogliere nella nostra casa-chiesa quelli “dispersi”. E come possono credere se noi non ci attiviamo per dire quello che sta succedendo? Non ci aspettiamo grandi successi in questa missione perché saremo denigrati, ma alcuni crederanno e saranno al riparo dai flagelli per via del sangue dell’Agnello.

Allora non è di edificazione di base fra di noi quello di cui noi discepoli abbiamo bisogno adesso, quanto di rivolgerci insieme alle persone che soffrono e chiedono aiuto al Signore. Questa è la missione specifica su cui faremmo bene a riflettere bene. Il Signore ce li indicherà.

Dio ci rafforzi nel nostro servirLo.

R.R.

Commenti