Intimità con Dio Primi Passi
- di Renzo Ronca 2016 – agg. 5-3-24
Come fa un genitore ad amare tutti i suoi figli in modo unico particolare? Non ce lo sappiamo spiegare ma l’amore è così: unico per ciascuno.
La famiglia ideale per come l’ha pensata Dio e per come ce l’ha donata è tutta composta di amore: l’”amore-casa” come in un insieme, che però racchiude la particolarità di singoli amori: tra marito e moglie, tra moglie e marito, tra padre e figlia, tra figlia e padre, tra figlio e madre… ecc Ed ognuno di questi amori è unico, serio, irripetibile, forte, geloso, generoso, perdonatore, giusto, felice.
A seconda
dei momenti Dio riversa su di noi un amore come quello di in padre o di una
madre o di uno sposo che ammira la nostra anima come una sposa.
La nostra
anima quando scopre l’amore del Signore può avere reazioni diverse:
- ne rimane
intimorita, lo desidera ma lo sfugge allo stesso tempo come se avesse
pudore vergogna paura… “..distogli da me i tuoi occhi, che mi
turbano..” (Cantico 6:5a); «Signore, allontànati da me,
perché sono un peccatore» (Luca 5:8)
- oppure può
ricambiare senza più guardare il mondo, con un profondo coraggioso amore
fatto di totale sofferto silenzioso sentimento, come la donna che entra in
casa di Simone il fariseo e si mette ai piedi di Gesù: “... e, stando
ai piedi di lui, di dietro, piangendo, cominciò a rigargli di lacrime i
piedi; e li asciugava con i suoi capelli; e gli baciava e ribaciava i
piedi e li ungeva con l'olio...” (Luca 7:38).
Esodo
33:17 Il SIGNORE disse a Mosè: «Farò anche questo che tu chiedi,
perché tu hai trovato grazia agli occhi miei, e ti conosco
personalmente». 18 Mosè disse: «Ti prego, fammi
vedere la tua gloria!» 19 Il SIGNORE gli rispose:
«Io farò passare davanti a te tutta la mia bontà, proclamerò il nome del
SIGNORE davanti a te; farò grazia a chi vorrò fare grazia e avrò pietà di chi
vorrò avere pietà». 20 Disse ancora: «Tu non puoi
vedere il mio volto, perché l'uomo non può vedermi e vivere». 21 E
il SIGNORE disse: «Ecco qui un luogo vicino a me; tu starai su quel
masso; 22 mentre passerà la mia gloria,
io ti metterò in una buca del masso, e ti coprirò con la mia mano finché io sia
passato; 23 poi ritirerò la mano e mi vedrai da
dietro; ma il mio volto non si può vedere».
Dio conosce
tutti noi avendoci desiderati concepiti creati assistiti ed amati fino alla Sua
offerta in Cristo per la nostra salvezza; però ci sono anime che Lo
seguono in modo particolare e che si lasciano da Lui avvolgere in modo totale…
a loro è aperta una intimità particolare. Come Mosè, un uomo che Dio
conobbe “personalmente”.
Dio
desidera rivelarsi all’uomo. Lo ha fatto in Cristo mostrandosi come noi,
scendendo nella nostra umanità, ma il suo scopo non era solo quello di divenire
umano e finirla lì, bensì quello di elevare l’umanità alla gloria Sua,
glorificando tutta la nostra persona. E’ come uno scendere per raccoglierci e
poi sollevarci.
Ma non
poteva avvenire immediatamente questa unità-conoscenza a causa del nostro
peccato, ci voleva un cammino nel deserto, una conoscenza graduale che in
qualche modo ci purificasse dalle nostre impurità. In fondo anche Mosè stette
nel deserto 40 anni prima di incontrare il Signore, ed anche il popolo di Dio
camminò nel deserto per una generazione intera prima di giungere alla mèta.
«Tu non
puoi vedere il mio volto, perché l'uomo non può vedermi e vivere» Nessuno di noi ha
mai visto Dio-Padre.
Non abbiamo
termini per poterlo spiegare, ma la perfezione di Dio e la Sua potenza sono
tali che se noi, come siamo adesso cioè con un corpo carnale, lo vedessimo, ne
saremmo distrutti. E’ per questo che Lui limita la Sua gloria in base alla
nostra purezza e permeabilità.
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