Idealizzazioni Radici e Pericoli
di Renzo Ronca 11-4-25
(segue da “Sorprendente Insegnamento da Ebrei cap.6”)
Il sorprendente insegnamento di Ebrei 6 visto la volta scorsa ci invita a lasciare gli insegnamenti di base e a tendere verso ciò che è superiore. Non si tratta di abbandonare questi fondamentali, ma di andare oltre quando diventano un ciclo stagnante, rischiando di girare su se stessi senza aprirsi alla crescita dello Spirito di Dio e alla verità più ampia. Questo salto di fede è necessario nei tempi attuali, dove il ritorno del Signore si avvicina a passi da gigante. Lo Spirito Santo ci chiama a una maturità che non ristagni, ma che sia radicata nella verità e orientata verso il prossimo passo del piano divino. Tuttavia, anche questo avanzamento deve essere guidato con equilibrio, per non cadere nei rischi dell’idealizzazione e mantenere il cuore pronto e attento alla realtà dello Spirito.
Uno degli impedimenti alla crescita
spirituale potrebbe essere la facilità umana all’idealizzazione, che ora
approfondiremo.
Ci capita infatti di idealizzare delle persone stimate col rischio poi di dipendere troppo da loro. Ritengo ci sia in partenza una radice buona perché nell'uomo, anche dopo l'allontanamento dall'Eden, è rimasto il senso della devozione verso il divino; ma tale senso di devozione è senza la presenza diretta che c'era con Dio, rimane solo una tendenza pericolosa, perché tende a fidarsi di tutti quelli che gli sembrano importanti. Come un discepolo con un mentore: che succede se il mentore non è la persona giusta oppure se cambia moralità? E’ in grado il discepolo di verificarlo ed eventualmente distaccarsi? La radice del “seguire il maestro” è buona perché all'origine l'uomo era giustamente dipendente da Dio Padre; però l’uomo deve ancora imparare che ogni creatura - anche la più importante - non è Dio. Se noi la seguiamo ciecamente, per quanto essa sia brava, potrebbe anche condizionarci. Essere “condizionati” da Dio va bene, perché sappiamo che ci ha creati ed essendo un Padre ci introduce con sapienza alla vita eterna per la quale siamo nati. Ma seguire una creatura, fosse anche un angelo, che ne sappiamo dove ci potrebbe portare? Tutte le creature non sono certo infallibili. Per questo a volte il Signore ci allontana da persone a cui diamo troppa importanza e diventano nostro malgrado condizionanti; lo fa per il nostro bene. Infatti quando le persone idealizzate assumono troppa rilevanza e andiamo sempre da loro per decidere cosa fare, allora diventano idoli; e l’idolo come sappiamo si frappone tra noi e Dio; per questo va tolto.
Idealizzazione
fenomeno anche psicologico o neuroscientifico
Un articolo esplora il fascino dell'idealizzazione e le sue radici psicologiche, come il bisogno di soddisfare aspettative e desideri, sostenere l'autostima e evitare la vulnerabilità. Nell’idealizzazione vediamo solo il lato positivo di alcune persone senza accorgerci dei loro difetti o minimizzando i loro limiti. (psicologinews.it)
Un altro approfondimento analizza le dinamiche relazionali e neuroscientifiche: a volte ci innamoriamo della persona idealizzata e quando succede scatta un “sistema di ricompensa”, vale a dire nel cervello si rilascia dopamina, che è il neurotrasmettitore del piacere; questo produce un senso di euforia e desiderio verso la persona amata. Ci sono poi ormoni speciali e la stessa corteccia cerebrale è coinvolta nella valutazione delle emozioni che non sono più equilibrate. I meccanismi fisici della neuroscienza sono complessi ed utili d conoscere. (psicoadvisor.com)
Bibbia il
desiderio di Dio e l’idealizzazione in Sua assenza
Un tema
così profondo trova sicuramente eco nella Bibbia. Ecco alcuni riferimenti che
potrebbero aiutarci a sviluppare il nostro pensiero:
1.
Ecclesiaste
3:11: "Egli ha
fatto ogni cosa bella a suo tempo; ha perfino messo nei loro cuori il pensiero
dell'eternità, sebbene l'uomo non possa comprendere dal principio alla fine
l'opera che Dio ha fatta." Questo versetto riflette il desiderio innato
dell'uomo di cercare Dio e il divino.
2.
Atti 17:27: "Perché cerchino Dio, se mai
giungano a trovarlo andando come a tastoni, benché egli non sia lontano da
ciascuno di noi." Qui si parla della ricerca di Dio da parte dell'uomo,
anche quando sembra distante.
3.
Romani
1:20-21: "Infatti, le
sue qualità invisibili, la sua eterna potenza e divinità si vedono chiaramente
fin dalla creazione del mondo, essendo percepite per mezzo delle opere sue;
perciò essi sono inescusabili, perché, pur avendo conosciuto Dio, non lo hanno
glorificato come Dio, né gli hanno reso grazie, ma si sono dati a vani
ragionamenti, e il loro cuore privo d'intelligenza si è ottenebrato."
Questo passaggio evidenzia come l'uomo, pur avendo tracce di Dio nella
creazione, possa perdersi in filosofie vane.
4.
Genesi
3:23-24: Dopo la cacciata
dall'Eden, l'uomo è separato dalla presenza diretta di Dio, ma il desiderio di
ritornare a Lui rimane.
Questi versetti possono essere un punto di partenza per esplorare il tema della ricerca di Dio e del rischio di idealizzare altre cose o persone in sua assenza.
Dio orientamento
dell’uomo smarrito verso la redenzione
Ora Dio nella realizzazione della
redenzione deve rieducare l'uomo smarrito, che è chiamato a liberarsi di ciò
che non è Dio e delle immagini distorte che ha di Lui. Ecco alcune riflessioni
con riferimenti biblici che possono arricchire:
1.
Distruggere
gli idoli e gli ideali falsi:
o Esodo 20:3-5: "Non avrai altri dèi di fronte a
me. Non ti farai scultura, né immagine alcuna delle cose che sono lassù nel
cielo, o quaggiù sulla terra, o nelle acque sotto la terra." Dio comanda
di non seguire idoli e immagini, proprio perché esse distorcono la percezione
del divino e portano l'uomo ad allontanarsi dalla verità.
o Deuteronomio 12:30-31: "Guardati bene dal cadere nella
trappola di seguirli... Non farai come essi fanno per il Signore tuo Dio."
Questo avvertimento sottolinea il rischio di lasciarsi sedurre da false
ideologie e abitudini.
2.
Correggere
le false immagini di Dio:
o Isaia 55:8-9: "I miei pensieri non sono i vostri
pensieri, né le vostre vie sono le mie vie, dice il Signore." Questo passo
invita a riconoscere che le concezioni umane su Dio possono essere limitate o
errate.
o Giovanni 4:24: "Dio è spirito, e quelli che lo
adorano devono adorarlo in spirito e verità." Qui si evidenzia che la vera
adorazione supera le rappresentazioni materiali e si radica nella verità.
3.
Liberarsi
dell’eccessiva idealizzazione:
o Geremia 17:5: "Maledetto l'uomo che confida
nell'uomo, che fa della carne il suo braccio, e il cui cuore si allontana dal
Signore." Questo versetto mette in guardia dal riporre una fiducia
assoluta in uomini o ideali che possono sostituirsi a Dio.
o 1 Giovanni 5:21: "Figlioli, guardatevi dagli
idoli." Una semplice ma potente esortazione a non lasciare che nulla
prenda il posto di Dio nel cuore.
4.
Educare
l’uomo alla verità:
o Ebrei 12:6-7: "Perché il Signore corregge chi
ama e sferza chiunque riconosce come figlio." Questo mostra che la
rieducazione divina è un atto d’amore, anche se doloroso, per riportare l’uomo
alla giusta relazione con Lui.
o Romani 12:2: "Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente." Un appello al rinnovamento spirituale e mentale per discernere ciò che è veramente di Dio.
Idealizzazione
della Bibbia e persino di Dio
Nel proseguo della nostra riflessione non
dobbiamo dimenticare che possiamo arrivare ad idealizzare la Bibbia e persino
Dio quando elaboriamo in noi stessi una concezione troppo personale o una immagine
sbagliata. Per quanto possa sembrare
assurdo, l’idealizzazione della Bibbia o di Dio stesso è molto più frequente di
quanto si pensi. Vediamo qualche riferimento:
1.
Idealizzare
la Bibbia dimenticando il suo spirito:
o 2 Corinzi 3:6: "Egli ci ha anche resi capaci di
essere ministri di un nuovo patto, non della lettera ma dello Spirito; perché
la lettera uccide, ma lo Spirito vivifica." Questo versetto ci ricorda che
l'importanza della Bibbia non risiede solo nella lettera delle sue parole, ma
nello Spirito che anima il messaggio.
o Giovanni 5:39-40: "Voi investigate le Scritture,
perché pensate di avere per mezzo di esse vita eterna; sono proprio esse che
testimoniano di me; eppure non volete venire a me per avere vita." Qui
Gesù stesso evidenzia il rischio di concentrarsi sulle Scritture senza cogliere
la loro vera direzione: portarci a Lui.
2.
Idealizzare
Dio secondo la nostra immagine:
o Esodo 32:8: Il vitello d'oro è un esempio potente
di come il popolo d’Israele abbia cercato di costruire un'immagine di Dio
conforme alle proprie aspettative, dimenticando la Sua vera natura.
o Isaia 40:18: "A chi vorreste assomigliare Dio?
E con quale immagine lo rappresentereste?" Un invito a riflettere sulla
trascendenza di Dio e sulla fallacia di ridurlo a concetti limitati.
o Romani 1:22-23: "Essi, dichiarandosi sapienti,
sono diventati stolti, e hanno mutato la gloria del Dio incorruttibile in
immagini simili a quelle dell'uomo corruttibile..." Un ammonimento chiaro
contro il formare idee di Dio basate su un punto di vista umano.
3.
Ritornare
alla verità di Dio:
o Genesi 1:27: "Dio creò l'uomo a sua immagine;
lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina." Questo passaggio
ci ricorda che siamo noi a essere fatti a immagine Sua, non il contrario.
o Isaia 55:9: "Come i cieli sono alti al di
sopra della terra, così sono le mie vie più alte delle vostre vie, e i miei
pensieri più alti dei vostri pensieri." Dio stesso ci indica la necessità
di superare le limitazioni della nostra comprensione per avvicinarci alla Sua
grandezza.
Attraverso questi passaggi possiamo comprendere il delicato equilibrio tra il rispetto per la Bibbia come Parola di Dio e la necessità di comprenderla nel suo spirito vivo. Allo stesso modo, siamo chiamati ad accettare Dio nella Sua vera essenza, evitando di modellarlo secondo i nostri desideri o limiti.
Il sorprendente salto
di fede indispensabile oggi
Come dicemmo la volta scorsa, visti gli
intoppi presenti oggi, è indispensabile fare un salto di fede per allinearci in
una attesa condivisa:
1. Il concetto del
salto in avanti (Ebrei 6:1-3):
- Questo passaggio sottolinea che, nei
tempi critici, non si può più tornare continuamente alle basi. C'è il
rischio nel ristagnare: i discepoli forti rimarrebbero privi di guida
verso la maturità, mentre i deboli potrebbero indurirsi ulteriormente
verso gli insegnamenti di base.
- Riferimenti chiave: Ebrei 5:12-14,
dove si parla della differenza tra latte e cibo solido, per illustrare la
necessità di crescita e maturità.
2. La gravità del
rifiuto del progresso spirituale:
- L'idea dei tre "scalini"
(che mostrai nel video-studio) Dio Padre, Dio Figlio, Dio Spirito Santo,
evidenzia la progressione dell'opera divina nella redenzione. Tuttavia,
chi rifiuta lo Spirito Santo, la fase più intima e trasformativa, si
chiude all'ultima possibilità di salvezza (Matteo 12:31-32: il peccato
contro lo Spirito Santo).
- Dobbiamo abbandonare una fede stagnante
o puramente teorica.
3. Il salto verso
la preparazione escatologica:
- In un sistema rovinato che si
avvicina rapidamente al ritorno del Signore, il tempo è breve. La
preparazione non può più essere idealizzata o teorica, ma deve
concentrarsi su una fede attiva e una consapevolezza degli eventi futuri.
- Riferimenti escatologici: 1
Tessalonicesi 4:16-17 (il rapimento) e Matteo 24:44 (prepararsi
per il ritorno del Signore).
4. Connessione con
i rischi dell’idealizzazione:
- il "salto di fede" che
abbiamo studiato la volta scorsa in Ebrei 6 non deve essere
un'idealizzazione dell'insegnamento o una fuga verso fantasie eccessive.
Deve essere un avanzamento equilibrato, guidato dallo Spirito Santo, verso
la realtà imminente del piano di Dio.
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